La storia infinita del valore
abilitante del diploma magistrale

 Tuttoscuola, 4.4.2014

Dopo le recenti pronunce giurisprudenziali sul valore abilitante del diploma magistrale, non è per niente conclusa la vicenda che vede il Miur su posizioni contrarie e indisponibili.

Se ne è avuta una riprova dopo l’esito di una interrogazione parlamentare del M5S cui ha replicato il sottosegretario all’istruzione Roberto Reggi.

I deputati grillini si sono dichiarati insoddisfatti della risposta ricevuta, in base alla quale la recente pronuncia del Consiglio di Stato varrebbe soltanto per il triennio 11-14.

“La giustificazione con la quale oggi il Miur, replicando a una nostra interrogazione, - dichiarano i deputati penta stellati - rimanda ad ulteriori approfondimenti e, quindi, continua a disconoscere ai diplomati magistrali il diritto di accedere alla seconda fascia d’istituto, è inaccettabile. Questa vicenda si trascina da oltre 12 anni attraverso un susseguirsi di repliche surreali che confermano un comportamento ostativo ed omissivo da parte del ministero nei confronti di questi docenti, i quali continuano a veder leso un diritto acquisito”.

“Secondo quanto affermato da Reggi, infatti - aggiungono i deputati - , il disconoscimento nei confronti dei diplomati magistrali è dovuto al fatto che l’annullamento da parte del Consiglio di Stato sarebbe riferito al triennio 2011/2014 e, quindi, si fonda sulla presunta tardività dell’impugnazione”.

Secondo l’on. Marzana (M5S) la tesi ministeriale sarebbe non solo non condivisibile, ma anche impropria dal momento che l’impugnazione di atti normativi aventi valenza di legge non sono sottoposti alla decorrenza dei termini.

Gli effetti del parere del Consiglio, secondo il M5S, non sarebbero affatto cessati e non possono riferirsi solo al triennio 2011-14. La sentenza, quindi, dovrebbe essere applicata erga omnes e subito, per evitare il danno di un’applicazione tardiva in prossimità dell’uscita del decreto di aggiornamento delle graduatorie.