«Giudicate i prof»

Pasquale Almirante, La Sicilia 6.4.2014

Via internet è stata lanciata una petizione da parte di studenti, con cui si chiede alla ministra dell'Istruzione, Stefania Giannini, di valutare i professori: «Se i professori valutano noi studenti, perché noi non dovremmo valutare i nostri professori? ». E per rendere ancora più credibile la proposta, si aggiunge: «Ogni anno gli studenti dovranno compilare un questionario cartaceo o online anonimo nel quale esprimeranno per ogni docente un voto che va da 1 a 10. In base al risultato ottenuto il docente verrà penalizzato o premiato».

La petizione, tuttavia, non nasce a caso, ma segue le dichiarazioni della stessa ministra che vorrebbe abolire gli scatti stipendiali di anzianità per implementare la premialità salariale in funzione della resa sul lavoro, nella convinzione che il merito degli insegnanti possa essere determinato anche dal giudizio degli studenti i quali, furbi, «sanno chi hanno davanti e distinguono rapidamente i docenti che lavorano con professionalità e chi lo fa in maniera più stanca». In altre parole, agli allievi si potrebbe consegnare un'altra bilancia su cui pesare il valore del docente, considerando che le altre potrebbero essere affidate ai dirigenti e alle famiglie: dalle risultanze di questo peso specifico, si stabilirebbero gli incentivi nella busta paga.

Non è chiaro se questi giudizi peseranno anche nel fascicolo personale per eventuali futuri concorsi, ma apparirebbe paradossale prendere in seria considerazione proposte simili. Sarebbe come affidare agli imputati, condannati o meno, di valutare un giudice, nella serena considerazione che la gran parte dell'attività di un docente riguarda appunto la valutazione dei ragazzi. Chi volesse allora migliorato lo stipendio, magari perché ha un mutuo o amanti da mantenere, non deve fare altro che mettere otto e nove a tutti, non assegnare compiti e lasciare che si faccia in classe anarchica didattica in tutti i sensi. E che ci vuole?

Tralasciando di dire che il giudizio del genitore rispecchierebbe quasi sempre quello del figlio, altrettanto grave è rivolgere al preside simile facoltà giudicatrice. Non che tutti i dirigenti scolastici siano sensibili alle ruffianerie dei loro professori, ma ce ne sono tanti che amano le genuflessioni e l'accondiscendenza.