Giannini: La valutazione Tuttoscuola, 4.4.2014 Scuola, università e accesso al mondo del lavoro, questi sono i temi principali affrontati dal Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Stefania Giannini in una intervista al programma televisivo di Rai Educational "Gap". Per quello che riguarda la scuola, Giannini ha parlato delle prove Invalsi, evidenziando come queste siano uno strumento utile per valutare sia il livello di preparazione degli studenti che il lavoro dei professori. "A scuola si fanno due cose fondamentali, si insegna e si impara. La valutazione degli alunni è lo strumento indiretto ma anche molto naturale ed efficace per valutare il lavoro dei professori. Se voglio capire se un insegnante insegna bene, devo vedere come imparano gli studenti. È un principio banale, però va applicato. E qualche volta il sistema resiste. E resiste, non perché i professori non si vogliano fare valutare, resiste perché c'è una cultura della non-valutazione colpevole di aver cagionato un appiattimento del ruolo dell'insegnante. Se oggi un ragazzo è molto bravo negli studi, raramente pensa di fare l'insegnante. E questo, non perche l'insegnamento non appassioni, ma perche questo ruolo è ormai categorizzato nella nostra società come un ruolo di serie B. E questo va ribaltato perché è invece un ruolo fondamentale per la crescita della nostra società. E come si fa? Si restituiscono alla scuola quegli strumenti che altri Paesi hanno. "Autonomia, responsabilità, valutazione", è un triangolo che consente di riportare il ruolo dell'insegnante allo stesso livello del ruolo di altre, importanti e dignitosissime, figure dirigenziali dello Stato". Il ministro ha anche riflettuto sulla necessità dell'ora di educazione civica intesa, non come mero approccio alle istituzioni della Repubblica, ma come cultura trasversale del vivere civile. "Ci devono essere due momenti distinti - spiega il Ministro Giannini - uno è quello dottrinale, i ragazzi italiani escono dalla scuola senza avere una minima introduzione efficace a contenuti istituzionali di base. Non studiano la forma dello stato, non studiano la costituzione nella sua architettura tematica. Il tutto è affidato a una preparazione o individuale o spontaneistica o di contesto, che non tutti i ragazzi hanno. E questa è la prima parte che va reintrodotta in forme moderne. L'altro momento riguarda il contesto, cioè abituarsi all'idea di come si deve essere cittadini, introdurre una cultura dei comportanti che nel contesto sociale si devono tenere. E forse questa è un'emergenza italiana. La forma del rispetto istituzionale, che è venuta meno, è un campanello d'allarme che ci arriva da tanti insegnanti e che deve essere ripristinata. Questo - conclude - non si fa con l'ora di educazione civica ma con una serie di strumenti che sono, si' dentro la scuola, ma anche all'esterno. C'è un aspetto educativo che fa parte della famiglia, ed è un circuito virtuoso che va ripristinato”. L'intervista integrale andrà in onda su Rai Educational, Rai Scuola - ch. 54 del Digitale terreste e ch.23 Tivu'Sat sabato 5 aprile alle ore 20.21, ed in replica su Rai3 martedì 8 aprile alle 01.10. |