la sentenza

Il Tar di Milano ordina di cancellare
voti bassi di uno studente dislessico

La scuola non ha predisposto il Piano didattico: i giudici annullano le insufficienze
nella pagella del primo quadrimestre di un 14enne. Vittoria della famiglia

di Carlotta De Leo, Il Corriere della Sera scuola 4.4.2014

«Annullate quelle insufficienze». L’ordine arriva dai Tar di Milano ed è rivolto a una scuola in provincia di Lodi. Secondo i giudici amministrativi, vanno cancellati i voti bassi - riferiti sia ai compiti in classe che alle interrogazioni dell’anno in corso - di uno studente di 14 anni con disturbi dell’apprendimento (Dsa, cioè dislessia, discalculia, disgrafia e disortografia). Il motivo? La scuola non ha predisposto il Piano didattico personalizzato (previsto dalla legge 170 del 2010) che aiuta chi soffre di questi disturbi.

Sentenza unica

La scuola, quindi, è stata costretta a intervenire sulla pagella del primo quadrimestre del ragazzo, in cui c’erano tre insufficienze (gli altri, invece, erano tutti voti positivi). L’ordinanza del Tar è «destinata a far giurisprudenza», spiega Debora Russo, presidente dell’Associazione dislessia discalculia Lodi. «Per la prima volta, infatti, un istituto scolastico è stato ‘condannatò in corso d’anno ad annullare le verifiche sostenute con esito negativo da un ragazzo con Dsa, in quanto effettuate senza rispettare la normativa vigente in materia».

Azione immediata

La novità sta nel fatto che il giudice ha disposto un’azione immediata sulla prima pagella. Mentre «fino ad ora - sottolinea Russo - le famiglie, di fronte alla mancata applicazione delle norme, erano impotenti e dovevano attendere la fine dell’anno scolastico per impugnare la bocciatura dei figli». Questo non succederà allo studente del Lodigiano. I genitori, racconta Russo, «avevano depositato molto tempo prima dell’inizio dell’anno scolastico tutta la documentazione con cui attestavano le difficoltà del ragazzo. La scuola avrebbe dovuto attivarsi subito applicando la legge. Ma in particolare alcuni professori hanno continuato a ignorare le richieste. Lo studente è così incappato in una serie di insuccessi scolastici con pesanti ripercussioni sulla propria autostima e motivazione all’apprendimento».

Il Piano didattico

La famiglia si è vista costretta a rivolgersi al Tar per chiedere tutela immediata. E il giudice l’ha concessa, obbligando la scuola ad approvare nel giro di 15 giorni il Piano didattico personalizzato previsto dalla legge e ad attuarlo anche retroattivamente. Per gli studenti con Dsa - disturbi che affliggono il 5% della popolazione scolastica di ogni ordine e grado - secondo il provvedimento e le successive linee guida, gli istituti scolastici devono adottare metodologie didattiche personalizzate. La decisione del Tar lombardo, conclude Russo, «è un chiaro monito per tutte scuole e professori che continuano a ignorare i bisogni degli studenti con Dsa e aiuterà le famiglie che si trovano ad affrontare il problema».