Riforma della pubblica amministrazione 2014: Nel prossimo Consiglio dei Ministeri dovrebbe arrivare la proposta LeggiOggi.it, 29.4.2014 Riforma della pubblica amministrazione 2014, il disegno di legge è in arrivo nel prossimo Consiglio dei ministri. E’ questa la clamorosa indiscrezione pubblicata dal Corriere della Sera secondo cui la nuova PA partirà dai punti già conosciuti. In particolare, si tratta di esuberi mobilità interna, incarihci e retribuzioni calibrate sugli obiettivi raggiunti: ecco gli ingredienti da cui dovrebbe partire la rivoluzione firmata dal governo Renzi e dal ministro – nonché neomamma – Marianna Madia. Per i dirigenti, secondo le anticipazioni, sarebbe in arrivo uno scivolo per i cinque anni di servizio, attraverso il recupero della sospensione dal lavoro nei cinque anni precedenti la pensione. Allo studio, dunque, un piano di regolamentazione molto rigido per i manager pubblici, in una fase in cui, da una parte, dovrebbe essere proposto il calmiere agli stipendi, mentre, dall’altra, stanno entrando in ruolo ben 106 assunti dalla Scuola dell’amministrazione del 2011. In aggiunta, poi, sarebbe allo studio un tempo di permanenza limitato per i dirigenti di nuova nomina all’incarico cui sono stati assegnati. Si tratta, ancora, di una bozza di riforma, che dovrebbe compiersi nei prossimi giorni, fino al prossimo Cdm verosimilmente in programma venerdì 2 maggio. In alternativa, si dovrebbe slittare a settimana prossima, ma quel che più conta è che una riforma della pubblica amministrazione pare, per la prima volta, davvero dietro l’angolo. E’ nota, poi, la visione del ministro riguardo gli organici della PA: età troppo alta, che andrà abbassata in base a un preciso turnover, forse con attuazione dei pensionamenti anticipati. In questo senso, però, le resistenze, sia sul fronte sindacale, che su quello dei conti pubblici, potrebbero essere troppo forti. Si vedrà. In generale, la Madia, poche settimane fa, si era augurata di attuare “un processo di riduzione non traumatica dei dirigenti e, più in generale, dei dipendenti vicini alla pensione, così da favorire l’ingresso dei giovani”. |