Tar Lombardia: Tuttoscuola, 6.4.2014 Con sentenza depositata il 2 aprile scorso il Tar ha bocciato la Regione Lombardia per aver differenziato l’integrazione al reddito delle famiglie a seconda che i loro figli fossero iscritti nell’anno scolastico 2012-2013 a scuole statali o paritarie (tra 60 e 290 euro per statali, tra 400 euro e 950 per paritarie), ma nello stesso tempo ha confermato la legittimità del buono scuola, che in Lombardia si chiama ‘Dote scuola’. Il ricorso, presentato da due studentesse, è stato dunque accolto, ma contestualmente il Tar ha respinto la loro richiesta di dichiarare incostituzionale il buono scuola sostenendo che “la pluralità dell’offerta formativa è tale solo se i destinatari sono realmente posti nella condizione di accedere ai percorsi scolastici offerti dalle scuole private, perché solo così si tutela la libertà di scelta e si assicura la pari opportunità di accesso ai percorsi offerti dalle scuole non statali”. Quindi sono legittimi i provvedimenti atti a “superare le condizioni di svantaggio economico degli alunni”, dal momento che “le scuole private che ottengono la parità scolastica fanno parte a pieno titolo del sistema nazionale dell’istruzione e svolgono un servizio pubblico”. Sulla apparente contraddittorietà della sentenza è subito intervenuta Valentina Aprea, assessore regionale all’istruzione, che ha spiegato che la sentenza del Tar “non ha alcun effetto sul buono scuola di Regione Lombardia” perché “riguarda esclusivamente una delibera della precedente Giunta e una componente marginale della Dote scuola dello scorso anno scolastico 2012-2013, chiamata ‘Integrazione al reddito’, per i valori assegnati in modo diversificato agli studenti delle scuole statali e non statali”. Componente che “è stata peraltro già modificata per l’anno scolastico 2014-2015. Perciò l’intervento di Regione Lombardia previsto con la delibera di due mesi fa non è stato minimamente toccato dalla sentenza del Tar e le famiglie possono tranquillamente continuare a presentare le domande per l’ottenimento del contributo regionale”. Da notare comunque la prudenza di Aprea che si riserva di conoscere le motivazioni complete della sentenza “per valutare l’eventuale ricorso al Consiglio di Stato”. Più sicura e ottimista si mostra suor Anna Monia Alfieri, presidente di FIDAE Lombardia, che dichiara a Tuttoscuola di ritenere che il pronunciamento del Tar “ci dia una interessante conferma della legittimità di azioni tese a garantire finalmente la libertà di scelta educativa alla famiglia in un pluralismo educativo. Si riparta da qui…”. |