Note disciplinari

Pasquale Almirante, La Sicilia 20.4.2014

È bastato mettere in rete, attraverso un sito specializzato, una serie di rapporti disciplinari scritti da prof in vena di spropositi nei confronti di alunni particolarmente "vivaci", a fare scattare l'interesse perfino della RaiTv. Tuttavia, la domanda che taluni prof e famiglie si pongono è: come si fa allora a descrivere l'accadimento meritevole di punizione per l'alunno?

Tutto risiede nel "Regolamento recante lo statuto delle studentesse e degli studenti", dove sono elencati i doveri degli studenti, anche se tale elencazione non può costituire una mera affermazione di principi astratti. Essi, infatti, devono trovare materiale collocazione in un documento specifico, che ogni istituzione scolastica è tenuta ad adottare e a divulgare: il Regolamento d'istituto. In esso si fa "obbligo alle istituzioni scolastiche di adottare il regolamento di disciplina degli studenti, al quale è affidato il compito di individuare la tipologia e la descrizione dei comportamenti che possono dare luogo all'applicazione di sanzioni disciplinari a carico degli studenti; la tipologia delle sanzioni disciplinari; gli organi scolastici competenti ad irrogare tali sanzioni e il relativo procedimento. Ciò che si richiede alle scuole è uno sforzo di «tipizzazione di quei comportamenti generali cui ricollegare le sanzioni e non un rinvio generico allo Statuto delle studentesse e degli studenti, che di per sé non contiene fattispecie tipizzate se non nei casi gravissimi». E infatti, in contraddizione a tali disposizioni, si trova scritto, fra i tanti rapporti pubblicati: «L'alunno B. dall'inizio dell'ora mi chiede con insistenza se io sia munita di Telepass. Infastidita dall'insistenza della richiesta ne chiedo il motivo e B. con irriverenza risponde che gli si è alzata la sbarra». È il caso di descrivere la scena? O non è invece i caso di adottare la tipologia e la descrizione dei comportamenti che possono dare luogo all'applicazione di sanzioni disciplinari? Non solo: i rapporti che vengono riportati dimostrano pure lo smarrimento di tanti docenti nei confronti dei propri alunni, il disagio e l'ansia che li pervade, come queste due note declamano: «In segno di protesta verso la sottoscritta la classe segue la lezione seduta sotto il banco»; e anche «La classe interrompe la lezione per tagliare i capelli a G. F. ». Trascrivendo "spot" simili, ciò che immaginiamo è l'ora persa di lezione, le risate dei ragazzi, l'impotenza del prof, insieme alla scarso valore educativo della nota.