2014-15: al via il sistema di valutazione. Il giorno 10 luglio 2014, INVALSI ha pubblicato il Rapporto sugli esiti delle rilevazioni degli apprendimenti e della prova nazionale 2014, basato sui dati delle classi campione. Qui di seguito un primo contributo a cura di Franca Da Re per aiutare le scuole a sviluppare il compito di autovalutarsi. Franca Da Re, Notizie della scuola 27.8.2014 La rilevazione, come è noto, si è svolta nel mese di maggio per le classi seconde e quinte della scuola primaria, e seconda della scuola secondaria di secondo grado. La prova nazionale, invece, si è svolta il 19 giugno, nell’ambito dell’esame di Stato al termine della scuola secondaria di primo grado. Le rilevazioni sono costituite da una prova di italiano che ha per oggetto la comprensione del testo e le abilità grammaticali e da una prova di matematica che spazia in quattro ambiti della disciplina: numeri, spazio e figure, dati e previsioni, funzioni e relazioni. Gli esiti delle prove saranno restituiti alle singole scuole nel mese di settembre, con la massima disaggregazione, item per item, per consentire ai Collegi dei Docenti di utilizzarli per molteplici riflessioni didattiche. Nel Rapporto, invece, si dà conto degli esiti a livello nazionale, per macroregioni (Nord Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Sud e Isole) e singole Regioni. I risultati, inoltre, vengono distinti per le diverse tipologie della scuola superiore (Licei, Tecnici, Professionali); vengono esaminate le differenze di risultati tra maschi e femmine e tra alunni italiani, stranieri di prima generazione e di seconda generazione. Un altro importante indice è la variabilità dei dati tra scuole e tra classi, ovvero il grado di omogeneità nella distribuzione delle risposte corrette dentro le classi e le scuole. Per fare un esempio, se in una classe la media è alta, ma lo è anche la variabilità, significa che dentro il gruppo vi sono alunni con risultati eccellenti, ma anche molti alunni con risultati bassi e medio bassi. Viceversa, se una classe ha una media alta e variabilità contenuta, significa non solo che mediamente quegli alunni hanno buoni risultati, ma che la maggioranza si attesta attorno a quella media. La media nazionale, sia in italiano che in matematica è stata riportata a 200 punti, con deviazione standard 40. Mentre nella scuola primaria si ottengono risultati più omogenei a livello nazionale, le aree del Nord Ovest e del Nord Est, nella secondaria di primo e secondo grado, in entrambe le prove e in tutte le classi considerate, si attestano sopra la media nazionale; le regioni del Centro si attestano sulla media nazionale (con l'eccezione delle Marche, che riporta risultati assimilabili alle regioni del Nord); il Sud e le Isole, nella loro globalità, a partire dalla secondaria, si attestano sotto la media nazionale in entrambe le prove e per tutte le annualità considerate.
PUNTEGGI MEDI NELLA PROVA DI ITALIANO
PUNTEGGI MEDI NELLA PROVA DI MATEMATICA
Quest’anno, rispetto al passato, come si diceva, si riscontra, nei risultati della scuola primaria, una maggiore omogeneizzazione a livello nazionale. Alla fine della scuola secondaria di primo grado, dopo otto anni di scuola, si intravvedono già delle sensibili differenze tra macroregioni della Penisola. Nella prova di italiano, solo le due macroregioni del Nord si discostano entrambe significativamente dalla media nazionale; mentre a Ovest questo risultato si deve al Piemonte (210) e alla Liguria (212) ad Est si distanziano significativamente dalla media nazionale il Veneto (208), la provincia di Trento (208) e la provincia di Bolzano (205). L’ Emilia Romagna (206) e la Lombardia (205), pur conseguendo punteggi medi lusinghieri, non si discostano significativamente dalla media nazionale, a causa della maggiore deviazione standard. In matematica, tutte le Regioni del Nord si collocano significativamente sopra la media nazionale. I risultati della rilevazione nelle classi seconde della scuola secondaria di secondo grado confermano e rafforzano gli andamenti riscontrati al termine della scuola media. Tutte le Regioni del Nord Est si collocano significativamente sopra la media nazionale, mentre ad Ovest questa situazione si registra solo in Lombardia. Anche in matematica, tutte le regioni del Nord Est e la Lombardia si collocano significativamente sopra la media nazionale. Analizzando le differenze nelle diverse tipologie di scuola, i risultati migliori si ottengono ovunque nei Licei, seguiti dai Tecnici e quindi dai Professionali. E' però importante rilevare che, nelle regioni del Nord, la differenza tra Licei e Tecnici risulta molto contenuta. In particolare in matematica, nel nord Est, i dati dei Tecnici sono statisticamente comparabili a quelli dei Licei. I Tecnici del Nord Est, inoltre, registrano dati sovrapponibili, e talvolta superiori, a quelli dei Licei di altre zone d’Italia. Rispetto alle analisi relative ai risultati disaggregati per genere, si conferma anche quest'anno, come per gli anni precedenti, a partire dalla quinta primaria, la differenza di esiti tra maschi e femmine, peraltro registrata anche nelle ricerche internazionali. Le femmine riportano risultati migliori nelle prove di italiano, mentre per i maschi ciò accade in matematica. Per quanto riguarda gli alunni di origine non italiana, come ci si poteva attendere, i risultati degli alunni stranieri sono meno elevati di quelli degli italiani sia in italiano che in matematica in tutte le annualità. Questo andamento si registra in tutta la Penisola. Nel Nord Est, in particolare, tuttavia, mentre queste differenze sono rilevanti per gli stranieri di prima generazione, i risultati degli alunni di seconda generazione tendono a discostarsi meno col progredire degli anni, soprattutto in matematica; in diversi casi, i risultati degli alunni stranieri di seconda generazione sono più alti di quelli degli alunni italiani di diverse altre regioni. I risultati della rilevazione INVALSI 2014, in linea con quelli degli anni precedenti e anche delle rilevazioni internazionali, non possono che lasciare grande preoccupazione per l’andamento negli apprendimenti nella Penisola nel suo complesso. I dati paiono testimoniare che, in molte aree del Paese, il progredire dell’esperienza scolastica sembra portare a risultati che progressivamente peggiorano, aumentando il divario territoriale. Sicuramente le rilevazioni INVALSI non possono essere gli unici parametri con cui si può valutare il livello di preparazione degli studenti, ma il fatto che interessino due campi chiave dell’apprendimento, come la comprensione del testo linguistico e la matematica e il fatto che vi sia costanza di andamento tra le rilevazioni INVALSI e altre prove internazionali negli stessi ambiti, fanno di esse un indice non trascurabile. Durante la presentazione del Rapporto, sia il Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che il Sottosegretario Roberto Reggi, hanno confermato la volontà di proseguire con la valutazione del sistema di istruzione, affiancando alle rilevazioni degli apprendimenti, l’estensione dell’autovalutazione di Istituto a tutte le scuole, anche tenendo conto dell’entrata in vigore del DPR 80/2013. A causa della scarsità di personale ispettivo e dell’alta onerosità della valutazione esterna mediante equipe di valutatori (la “terza gamba” del sistema di valutazione), dal prossimo settembre ci si limiterà a fornire a tutte le scuole strumenti operativi per l’avvio dell’autovalutazione interna, anche utilizzando, a scopo conoscitivo e di confronto, gli esiti delle rilevazioni nazionali degli apprendimenti. Il Ministro Giannini, in particolare, ha auspicato di potere disporre in futuro per tutte le scuole di un sistema di valutazione simile a quello già diffuso presso le Università, che consenta di fornire al Paese indicazioni sulla qualità del servizio di istruzione. La presidente di INVALSI, Anna Maria Ajello, ha illustrato le prospettive future della rilevazione nazionale, cui sta lavorando l’Istituto:
A proposito della presenza della prova nazionale all’interno dell’ esame conclusivo del primo ciclo di istruzione, la presidente Ajello ha espresso la propria convinzione che essa sia utile per garantire un elemento unificante a livello nazionale dell’esame stesso, che, pur configurandosi come esame di Stato, non avrebbe, senza la prova nazionale, alcun elemento capace di comparare i risultati delle singole scuole e neppure delle diverse classi all’interno della stessa scuola. La presenza della prova INVALSI all’interno dell’esame di terza media, come è noto, riscuote da sempre critiche sia a livello concettuale – l’inopportunità di utilizzare una prova di valutazione esterna per esprimere valutazioni di profitto sui singoli allievi – sia per gli effetti “punitivi” che essa sembrerebbe avere in particolare verso gli alunni migliori, dato che i risultati di tutte le prove contribuiscono alla media aritmetica che costituisce il voto finale. Quest’ultima critica, tuttavia, appare sicuramente più debole rispetto a quella concettuale, dato che, forse, non è della prova INVALSI che ci si deve rammaricare, quanto della struttura complessiva dell’esame finale ed in particolare della rigidità e sostanziale iniquità di un giudizio basato sulla media aritmetica. Il Rapporto annuale INVALSI 2014, è reperibile nel sito INVALSI al link |