Renzi: ci metto la faccia.
E "rottama" Giannini

Pasquale Almirante, La Tecnica della Scuola 27.8.2014

Sembra proprio che il premier, Matteo Renzi, voglia piantare da solo la bandierina, soprattutto sulla possibile assunzione di 100mila docenti, tra precari e vincitori di concorso. Inocula il sospetto il Corriere della sera: al vertice coi capigruppo del Pd c’erano tutti, tranne lei, la ministra.

Presenti da Davide Faraone al sottosegretario all'Istruzione Roberto Reggi, ma assente lei, la responsabile del dicastero dell’istruzione alla quale il premier vorrebbe far pesare, si mormora nei soliti ambienti assai informati, l’eccessivo protagonismo al meeting di Cl a Rimini.

Da qui la decisione del premier di riunire i vertici del suo partito e i referenti della materia per concordare i prossimi passi, che lo vedranno metterci la faccia in prima persona, assumendosene i meriti (se ne verranno).

E infatti sembra pure che a illustrare le linee guida della cosiddetta “riforma” della scuola ("un grande patto formativo tra docenti, genitori, presidi e Stato"), nel corso della consueta conferenza stampa di Palazzo Chigi, dopo il consiglio dei ministri del 29, sarà proprio lui, il rottamatore. Ciò per dimostrare appunto: chi comanda in questa casa.

Ma, scrive sempre il Corriere, potrebbero non esserci subito atti formali mentre è prevedibile l'apertura di una consultazione molto ampia, quasi "porta a porta", che servirà anche a sventare le accuse di una riforma "calata dall'alto": "Vogliamo coinvolgere, non escludere". Come spiega un partecipante al vertice, "per Renzi la riforma della scuola è strategica per il suo mandato e vuole averne il pieno controllo".

L'obiettivo è complesso, ma la prospettiva è quella di modificare l'organico dei docenti, assumendo una quota di precari per far fronte alle supplenze e, contemporaneamente, introdurre nei contratti criteri meritocratici.

Nulla ancora tuttavia esclude, se l’attuale ministra degli esteri, Federica Mogherini, venisse nominata commissario all’Ue, un rimpasto di governo che vedrebbe la sostituzione di Giannini con un esponente del Nuovo Centro Destra o del Partito Democratico. E potrebbe accadere pure per inerziale logica politica, considerato che il partito di Stefania Giannini, Scelta Civica, di cui è coordinatrice, è praticamente scomparso dalla memoria degli elettori.

Per quanto attiene l'esclusione della ministra Giannini dal vertice dei capigruppo del Pd, dal Ministero dell'Istruzione ci viene comunicato che la mancata partecipazione è stata concordata tra il premier e la stessa Ministra, proprio per evitare interferenze di natura squisitamente politica. In rappresentanza del Miur e quindi della Giannini era presente il sottosegretario Roberto Reggi.

Inoltre, è stato puntualizzato che, prima del vertice del Pd ci sono stati incontri fra Renzi e Gianni per studiare le proposte e i testi da presentare in Consiglio dei Ministri il prossimo venerdì.