Decreto Pa, via «quota 96»:
restano al lavoro 4mila insegnant

di Nicoletta Cottone, Il Sole 24 Ore 4.8.2014

Via libera della commissione Affari costituzionali del Senato a tre dei «quattro emendamenti soppressivi» presentati dal Governo al decreto Pa. Quello che fa più discutere è il no alla cosiddetta "quota 96", che sbloccava 4mila pensionamenti nella scuola. Le 4 modifiche erano state annunciate questa mattina dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia (la quarta modifica proposta dall'esecutivo è nell'articolo 25 non ancora votato). E sul decreto la fiducia è ormai scontata. «Dobbiamo correre - ha detto Madia - e, a questo punto, visto che è stata messa alla Camera, mi sembra ragionevole». Sono oltre 650 gli emendamenti presentati al decreto Pa, all'esame della commissione Affari costituzionali del Senato.

I rilievi della Ragioneria dello Stato sulle coperture

Nel mirino degli emendamenti del governo i quattro "appunti" sulle coperture, anticipati sulle pagine de Il Sole 24 Ore, che erano stati mossi nei giorni scorsi dalla Ragioneria dello Stato alle coperture delle misure. "Quota 96" per i tecnici di via XX Settembre risultava «scoperta in termini di fabbisogno e indebitamento netto ai sensi delle norme sulla contabilità». Secondo la Ragioneria per assicurare la neutralità degli effetti per il 2014 «la riduzione da apportare si deve attestare a 45 milioni di euro» (e non a 34 milioni come indicava la relazione tecnica al provvedimento).

No anche alla revisione dei limiti di età per prof universitari e primari

Sì della commissione Affari costituzionali del Senato anche all'emendamento soppressivo del governo che ha rivisto i limiti d'età per il pensionamento d'ufficio, eliminando il tetto dei 68 anni inserito per professori universitari e primari. Attualmente la legge Gelmini consente l'uscita obbligatoria a 70 anni per i docenti universitari. Per la Ragioneria l'uscita anticipata di due anni determinava «oneri non quantificati». Restano invece le soglie previste per il resto dei dipendenti pubblici (62 anni e 65 per i medici).

Uscite anticipate dal lavoro: no alla cancellazione delle penalizzazioni Fornero

Complice un altro emendamento del Governo approvato in commissione no alla cancellazione delle penalizzazioni prevista dalla legge Fornero per le uscite anticipate dal lavoro.

No anche ai benefici per le vittime del terrorismo

Ancora non è stato votato in commissione (in quanto relativo all'articolo 25 del decreto Pa), l'emendamento del governo che sopprime alcuni benefici introdotti dal decreto Pa in favore di chi avesse subito un'invalidità permanente in conseguenza di atti di terrorismo. Entrando nel dettaglio le disposizioni contenute nei 4 commi (dal 5 bis al 5 quinzuies) di cui si propone l'eliminazione, riguardavano una norma transitoria relativa ai benefici nei criteri di calcolo del trattamento pensionistico e del trattamento di fine rapporto per i dipendenti privati (e loro eredi) che avessero subito un'invalidità permanente in conseguenza di atti di terrorismo. La spesa prevista era di un milione di euro.

Il relatore: inaccettabile che i rilievi della Ragioneria siano arrivati ora

Il senatore Pd Giorgio Pagliari, relatore del provvedimento, attacca: «Mi risulta inaccettabile he la mancata copertura sia stata rilevata dalla Ragioneria dopo l'approvazione della Camera o che comunque la stessa diventi insormontabile oggi, con il Senato chiamato ad approvare la soppressione di emendamenti molto importanti che, non essendo la copertura un'opinione, avrebbero dovuto non essere sottoposti al voto nell'Aula di Montecitorio». Pagliari chiede di riflettere sul ruolo stesso della Ragioneria, «un ruolo tecnico, che quando assume un rilievo politico come nel caso, è esorbitante». E dice di avere le mani legate: «In ragione dell'articolo 81 della Costituzione, la scelta è vincolata: se manca la copertura non c'era e non c'è, purtroppo, margine discrezionale». Non resta che sperare in futuri provvedimenti ad hoc per le persone penalizzate.