Ma a Rimini il ministro Tuttoscuola, 26.8.2014 Il possibile addio alle supplenze come sono state intese negli ultimi decenni è sicuramente il tema maggiormente ripreso dalla stampa e dai media del discorso di ieri del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini al Meeting di Rimini 2014, ma non esaurisce il complesso delle novità attese per il prossimo Consiglio dei Ministri del 29 agosto, e in parte confermate dal ministro nel suo intervento. Da parte nostra, abbiamo fatto notare come la vera notizia sarebbe stata forse non tanto l’eliminazione delle supplenze quanto l’immissione in ruolo dei circa 70mila insegnanti aggiuntivi necessari per coprire le sostituzioni. Ma il ministro ha comunicato l’obiettivo e non lo strumento, e su questo punto si possono sbizzarrire le congetture. Proviamo tuttavia a vedere insieme le novità lasciate trapelare dal ministro nel discorso di Rimini, alcune delle quali ugualmente piuttosto significative. Sulla scuola organizzata dall’iniziativa privata, il ministro ha ipotizzato un superamento della legge Berlinguer del 2000, che “non è stata applicata”. Sul reclutamento, oltre all’eliminazione delle supplenze, Giannini ha lamentato la perdurante assenza di docenti (“In Italia non abbiamo tutti i docenti che ci servono a far funzionare la scuola”). Sul merito, il ministro ha promesso che “sarà premiata l’attività positiva, anche con aumenti di stipendio, e penalizzato chi non fa il suo dovere. Non possiamo più attenerci a un criterio di anzianità”. Sul rapporto scuola-lavoro, il ministro ha detto di volere “trovare la via italiana al sistema duale”, che “in Germania funziona da trent’anni”, e “mettere in pratica l’alternanza scuola-lavoro”, anche con stage professionali negli ultimi anni di media superiore e investimenti delle imprese private nella scuola pubblica. Il ministro infine sembra allontanare l’ipotesi di una quadriennalizzazione delle scuole superiori: "Portare a quattro anni il ciclo delle medie superiori per equiparare l'età di congedo scolastico a quella di molti altri paesi non può essere il frutto di un calcolo da spendig review. Ci vorrà molto tempo per mettere a regime la nostra proposta, ma non dobbiamo guardare ai prossimi mesi. L'orizzonte è quello dei prossimi trent'anni. Chi nasce oggi va a scuola nel 2018 ed esce nel 2038. La scuola che cambiamo adesso arriverà a destinazione allora". |