Sull’orario settimanale di servizio
dei docenti si gioca a nascondino

Lucio Ficara, La Tecnica della Scuola 27.8.2014

L'orario di lavoro dei docenti è regolato dal CCNL del 2006, ma a quanto pare il Governo intende modificarlo per via legislativa.

Ma quali sono le reali intenzioni del Governo sulla questione dell’orario settimanale di servizio dei docenti? Come è noto l’orario di servizio dei docenti è regolato dal contratto collettivo nazionale della scuola e dovrebbe comunque essere una materia contrattuale. Ma è anche vero che il governo Renzi sta attuando una politica antisindacale e non si preoccupa minimamente di avere l’approvazione dei sindacati per attuare il piano di riforma scolastica. Quindi nel piano di questa riforma ci sarà anche la riforma dell’orario settimanale degli insegnanti?

Staremo a vedere fino a che punto il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini si spingerà su una materia così scivolosa.

Intanto cominciamo con il dire che le norme che verranno approvate in Consiglio dei ministri e che troveranno la loro attuazione con la legge di stabilità 2015, saranno efficaci dall’anno scolastico 2015-2016 e non dovrebbero riguardare l’anno scolastico 2014-2015.

Quindi i docenti possono stare tranquilli perchè ancora per un anno l’orario di servizio degli insegnanti sarà regolato dagli artt. 28 e 29 del CCNL 2006-2009. Per cui coerentemente ai calendari scolastici regionali, l'attività di insegnamento si svolge in 25 ore settimanali nella scuola dell’infanzia, in 22 ore settimanali nella scuola elementare e in 18 ore settimanali nelle scuole e istituti d'istruzione secondaria ed artistica, distribuite in non meno di cinque giornate settimanali. Alle 22 ore settimanali di insegnamento stabilite per gli insegnanti elementari, vanno aggiunte 2 ore da dedicare, anche in modo flessibile e su base plurisettimanale, alla programmazione didattica da attuarsi in incontri collegiali dei docenti interessati, in tempi non coincidenti con l'orario delle lezioni.

Inoltre come previsto dal contratto ci sono le ore di lavoro riguardanti le attività funzionali d’insegnamento. Tali attività si suddividono in adempimenti individuali e adempimenti collegiali. Mentre i primi non sono quantificabili perché rientrano nella deontologia professionale di ciascun docente, ma sono centinaia di ore di lavoro, le seconde sono quantificate fino ad un massimo di 80 ore, suddivise in 40 ore per la partecipazione ai Collegi docenti ed l'informazione alle famiglie sui risultati degli scrutini trimestrali, quadrimestrali e finali e sull'andamento delle attività educative nelle scuole materne e nelle istituzioni educative, ed altre 40 ore per la partecipazione alle attività collegiali dei consigli di classe, di interclasse, di intersezione.

Nell’art.29 ci sono anche altre ore di lavoro che l’insegnante è chiamato a svolgere. Si tratta delle ore utilizzate per lo svolgimento degli scrutini e degli esami, compresa la compilazione degli atti relativi alla valutazione e delle ore disposte dalla scuola, i cui criteri sono definiti in seno al Consiglio d’istituto, per assicurare un rapporto efficace con le famiglie e gli studenti. Sulle intenzioni del governo Renzi nel cambiare questo assetto orario, non c’è chiarezza, sembra che su questo tema il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini giochi a nascondino senza svelare la verità del suo piano.

Sarà aumento su base volontaria o obbligatoria? Saranno 24 o 36 ore? E poi che conteggio di ore sarà dato a tutto il lavoro sommerso degli insegnanti che esiste ed è tanto? Queste sono le domande che pretendono chiarezza e trasparenza senza fare i furbi e giocare a nascondino. Ma un messaggio gli insegnanti mandano al ministro Giannini: “Attenta ministra, chè i docenti sono anche capaci di fare 'tana libera tutti'”.