Pensioni e Quota 96: l’errore di fondo
che in molti non capiscono

Dopo le polemiche sorte sull’utilizzo dei tagli,
facciamo il punto sul diritto alla pensione per i quota 96.

di Stefano Calicchio, The Blasting News 8.8.2014

Il dietrofront del Governo avvenuto durante l'approvazione del decreto sulla riforma della pubblica amministrazione ha nuovamente penalizzato gli insegnanti della scuola pubblica che avevano maturato i requisiti necessari alla pensione secondo quanto previsto dalla quota 96. D'altra parte, le polemiche sul provvedimento sono sempre state molto accese anche durante la sua formulazione. Basti pensare alle numerose perplessità espresse da parte dei tecnici deputati alla spending review o all'analisi dei conti di ragioneria dello Stato, come per altro già approfondito in tempi non sospetti da un altro articolo di Blasting News.

L'errore di fondo che in molti non capiscono

Se da un lato chi è deputato all'analisi della spesa pubblica deve necessariamente cercare di intervenire per contenere la spesa, dall'altro vi è un errore di fondo nella questione che in molti non comprendono. Si pensa cioè che quello del pensionamento secondo i criteri del modello "Quota 96" sia ora un privilegio rispetto agli adempimenti richiesti ad altri lavoratori. La prassi dice che non è cosi; sfugge ai più che in questo caso non si parla di un nuovo diritto acquisito di prepensionamento nella pubblica amministrazione, ma piuttosto di un triste post-pensionamento che nonostante tutte le premesse di risoluzione, tarda ancora ad arrivare da ben due anni.

Il frutto di una svista tecnica già ammessa dal Ministro Fornero

Che la situazione paradossale nella quale si siano trovati gli insegnanti Quota 96 sia il frutto di una svista tecnica è stata la stessa Elsa Fornero ad affermarlo, a cui va dato atto di onestà intellettuale e del fatto che la riforma delle pensioni doveva essere preparata in tempi strettissimi e in una situazione di vera e propria emergenza per lo Stato. Pochi ricordano che in quel periodo voci di corridoio arrivarono a mettere in discussione la stessa tenuta delle pensioni e degli stipendi erogati dallo Stato.

Detto ciò, resta palese che il mancato pensionamento dei quota 96 sia una profonda ingiustizia verso coloro a cui doveva essere garantito un servizio già contratto e istituzionalizzato. Non è quindi corretto parlare di "concessione" del prepensionamento agli insegnati con i requisiti appena descritti, ma bisogna piuttosto sottolineare che una felice conclusione sarebbe il ripristino di un diritto negato per motivi di contingenza.


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