Riforma scolastica:
cosa vogliono davvero i genitori?

inviato da Vincenzo Pascuzzi, 28.8.2014

 

Un tempo l'insegnante era assunto per fare l'insegnante, ora con la "carriera" tutto dovrà fare tranne che insegnare e finirà alla mercé del dirigente di turno, che ne gestirà "merito e valutazione".

RIFORMA SCOLASTICA: COSA VOGLIONO DAVVERO I GENITORI

Rossella De Paola ribatte a Marco Ventura di Panorama

Gentile Sig. Marco Ventura,

sarebbe il caso che lei parlasse a titolo personale e non a nome dei genitori (*).

Da genitore di tre figli e da insegnante aborro ogni parola da lei scritta. Le ricordo che le scuole americane ed anglosassoni in generale sono le peggiori al mondo. Mia figlia ha frequentato una scuola inglese per un po’ ed alcune sue compagne per un anno sono state negli USA. Ecco, loro (alunne di liceo classico italiano!) sono tornate entusiaste: "mamma lì non si fa nulla, altro che la scuola italiana! E' una pacchia, le scuole sono belle, in compenso non si conclude niente!". Lo sport? E' vero, infatti il loro sistema universitario è inquinato da questo delirio sportivo e si laureano anche perfetti ignoranti col solo merito di essere capaci in qualche sport, tanto è vero che importano ingegneri dall'India.

Visto poi che la nostra scuola le fa tanto schifo, mi spieghi come mai i nostri laureati non hanno nessuna difficoltà a lavorare all'estero, ad entrare nei più importanti centri di ricerca del mondo. Lo sa che ci sono posti in cui i nostri giovani vengono presi "solo" perché laureati in Italia? E lo sa che ci sono università in America che hanno introdotto lo studio della filosofia e del latino in corsi scientifici e tecnici? Chissà perché.... Qualunque disfunzione del nostro sistema universitario, come il proliferare di presunti “atenei” privati, ha precisi responsabili.

Quanto alla musica, i miei figli alla scuola media l'hanno fatta studiando il flauto e non solo teoria. Agli esami di terza media le hanno fatto suonare la chitarra e non solo fatto domande teoriche. Fermo restando che una conoscenza teorica è sempre alla base di ogni sapere. L'inglese si studia sin dalla prima elementare, benché se ne faccia una sola ora (in prima, poi le ore aumentano) ma sa il problema è che bisogna far spazio alle immancabili due ore di religione!! Quelle non diminuiscono mai, anzi sono sempre ben tutelate! “Insegnanti” di religione che, oltre ad un reclutamento assolutamente scandaloso, vengono remunerati anche in modo diverso, con possibilità a transumare al ruolo comune nella scuola primaria.

Gli accenti? Mia figlia è stata in diverse parti dell'Inghilterra e pensi un po’ anche loro hanno accenti diversi, eppure nessuno sembra lamentarsene. Quanto a tutta la tecnologia che lei cita, le faccio presente che proprio gli americani che le stanno tanto a cuore, quelli ipertecnologici della Silicon Valley, hanno respinto ogni forma di tecnologia dalle loro scuole, pensi un po’ quanto sono stravaganti...

Gli insegnanti sono tutt'altro che impiegatizi, anzi è ogni riforma e questa più di tutte che vuole "impiegatizzarli": ho sempre fatto parte dei consigli d'Istituto delle scuole frequentate dai miei figli ed a fronte di qualche mosca bianca, ho sempre avuto a che fare con insegnanti capaci e competenti.

Quanto al merito ed alla premialità lei ha letto bene cosa faranno? "Premieranno" quelli che riusciranno a darsela a gambe dalle classi. In pratica gli "insegnanti che insegnano" resteranno sempre alla base, poi chi per capacità di autopromozione strapperà qualche incarico extra e se ne starà ben fuori dalle classi sarà premiato. La scuola ha bisogno di collegialità, gli insegnanti hanno bisogno di lavorare insieme per il bene degli alunni , non di guardarsi in cagnesco per qualche euro di elemosina.

E l' aggiornamento? Magari sarebbe il caso di andarsi a rileggere il contratto di lavoro, art. 63: la formazione è un diritto/dovere, il problema è che non ci sono soldi, perché sa è una cosa che costa. Molti corsi, compresi quelli on line si pagano, o sono lontani dalle sedi. Ora come sa le scuole non hanno soldi quindi attivarli è difficile, così come è impossibile procedere ad i rimborsi per gli insegnanti. E sa come finisce? Che va tutto a carico degli insegnanti, che le assicuro hanno sete di formazione, anche perché le leggi cambiano in continuazione ed il carico di lavoro muta sempre. Renderla un assoluto obbligatorio scommettiamo che servirà ad alimentare un nuovo commercio in tal senso, vedrà quanti soldi saranno destinati a corsi presentati dagli amici degli amici.

I supplenti? Qual è il problema? Davvero non lo capisco. Se una classe è scoperta e ci va un insegnante della scuola, comunque non sa nulla di quella classe e del lavoro che vi si sta svolgendo. Le supplenze sono anche una sorta di formazione al lavoro, i giovani imparano a conoscere la scuola anche così, è un bagaglio di esperienza di non poco conto. Ed ancora: faccio presente che da Costituzione (mi perdoni il riferimento, capisco bene che ormai la nostra carta Carta valga meno di quella igienica...) nel pubblico si entra superando un concorso per titoli ed esami, ripeto: titoli ed esami. Le varie scorciatoie sono state inventate dai grandi legislatori che si sono susseguiti in questi anni. Quindi dopo aver superato regolare concorso e procedendo alla formazione continua come da contratto nazionale mi pare non ci sia null'altro da fare. Un tempo l'insegnante era assunto per fare l'insegnante, ora con la "carriera" tutto dovrà fare tranne che insegnare e finirà alla mercé del dirigente di turno, che ne gestirà "merito e valutazione".

Vorrei farle anche presente che invece di ricordare la riforma Gentile, potrebbe citare la riforma della scuola elementare (e non primaria) del 1985 con l'emanazione dei Nuovi programmi, degli Orientamenti per la scuola materna, la promozione dei moduli, la sperimentazione Brocca. Sistema che venne studiato anche dagli americani, con l'allora Clinton presidente. Così come hanno fatto invidia le nostre scuole tecniche, prima che venissero distrutte. Quella fu l'ultima vera riforma: nacque dal basso e non dal governo, coinvolse l'intero settore, era guidata da una commissione di cui facevano parte delle vere menti come Mauro Laeng, e aveva un forte impianto culturale, didattico e scientifico. Solo alla fine del percorso arrivò in parlamento.

Invece qui si tratta solo di riesumare il vecchio DDL Aprea, che il PD aveva fortemente osteggiato, rispolverandolo nel ponte di ferragosto sotto l'ombrellone, perché di certo questi non sono i tempi tecnici di una vera riforma. Senza contare una ministra (molto apprezzata dagli italiani con il suo 0,7% alle elezioni) che risponde a CL, tradendo completamente la Costituzione nell'articolo 33, in continuità con i suoi ultimi predecessori. Privatizzare la scuola significherà solo tornare ad una scuola classista ed elitaria, che, come in America, trasformerà in un parcheggio quella statale e in scuole d'elite la privata.

In campagna elettorale si era sbandierata l'abrogazione della "riforma" Gelmini, ora invece la si va a peggiorare. Lo sa che effetto di quella riforma i bambini della scuola primaria hanno perso da 100 a 500 ore l'anno? Gli è stata tolta la settimana lunga, quando anche i sassi sanno che i bambini hanno bisogno di tempi lunghi e distesi funzionali all'apprendimento. Quando verranno restituite quelle ore ed i moduli in generale? E vogliamo parlare del tempo pieno? Si è praticamente secondarizzato un segmento di scuola fondamentale.

Circa gli insegnanti meridionali: il sud è stato quello più duramente colpito dalla Gelmini, ed è ovvio che poi avvengano gli spostamenti al nord. Senza contare che l'equiparazione scuola pubblica- privata ha generato tutte le ovvie disfunzioni del sistema, alterandolo completamente. Le private fanno come gli pare (ad esempio non hanno mai applicato i moduli, benché fossero una legge nazionale e nessuno si è mai premurato di intervenire), in molte realtà si prendono i soldi dallo Stato e dai genitori, non pagano nessuno o sfruttano solo il personale, non pagano tasse, dato che tante volte sono istituti religiosi, ricattano gli insegnanti col punteggio (ultimamente ho letto che se lo vendono pure). A lei non è capitato di leggere nulla del dossier presentato dall'Unicobas? Magari come giornalista che pretende di parlare di scuola, dovrebbe darne notizia a titoloni e seguire l'intera vicenda.

Diciamo piuttosto che i legislatori hanno un solo obiettivo che è quello di smantellare il sistema pubblico, che sia scuola, sanità o pensioni. Ed il progetto è antico: Berlinguer operò la prima forma di "mercantilizzazione" della scuola, continuata allegramente dalla Moratti ed esplosa con la Gelmini, ora si tratta solo di completare l'opera. E la cosa è tanto più vera, se solo si guarda chi sono i personaggi che si muovono nell'ombra: in una commissione ministeriale, tenuta ben nascosta all'opinione pubblica fa parte ancora Berlinguer, e nell'equipe di Reggi c'è il figlio (a proposito di merito...) di Campione (provi ad informarsi chi sia Campione senior). E poi vada anche a vedere che cosa è l'INVALSI e chi sono i 45 che lo compongono, io me li sono andata a cercare nome per nome. Provi anche a leggere cosa ha scritto in merito il prof. Giorgio Israel. Ci sarebbe ancora molto da dire ma capisco sia inutile, poiché lo sport preferito dalla stampa italiana è assecondare e sparare sulla Croce Rossa.

Un'altra cosa, forse sarebbe il caso anche di farla finita con i sistemi "brunettiani", dare la scuola in pasto all'opinione pubblica facendo passare tutti per fannulloni privilegiati: una ministra che dice che gli insegnanti sono in vacanza dal 7 giugno al 15 settembre la dice lunga. Quando invece i guasti sono generati dagli incompetenti che l'hanno amministrata con leggi funzionali solo al suo disfacimento. E non saranno certo questi 10 punti che ci dovrebbero stupire a risanare la situazione ma solo a continuare o meglio a completare l'opera di distruzione sistematica.

28 agosto 2014

Rossella De Paola

-------

(*) RIFORMA SCOLASTICA: CHE COSA VOGLIAMO NOI GENITORI

L'accorata lettera di un giornalista-padre al duo Renzi-Giannini

di Marco Ventura – 26 agosto 2014