Il giorno della verità sulle cattedre contese Oggi il ministero annuncerà quanti posti spettano a Torino Maria Teresa Martinengo, La Stampa 5.8.2014 Oggi è il giorno della verità sui numeri delle assunzioni in ruolo dei docenti. La Cisl Scuola ne ipotizza un migliaio su Torino e altrettanti sul resto della Regione. Come saranno distribuiti tra scuola dell’infanzia, primaria, medie e superiori lo diranno le tabelle del ministero. Certo è che dopo la scoperta che centinaia di docenti residenti nelle regioni del Sud hanno occupato le posizioni utili delle graduatorie, intorno a queste assunzioni a tempo indeterminato c’è grande attenzione e un livello di polemica molto alto.
Cerchiamo allora di capire modalità e tempi di assegnazione di
questi preziosi posti di lavoro, perché ci sia un esodo e perché
tanti sospetti accompagnino l’emigrazione dei docenti verso le
province con più opportunità. «I posti in ruolo vengono attinti per il 50% dalle graduatorie provinciali a esaurimento e per il 50% dalle graduatorie del concorso. Le operazioni di nomina si faranno intorno al 25 agosto», dice Teresa Olivieri, segretaria della Cisl Scuola di Torino. Proprio da ieri sono on line sul sito dell’Ufficio Scolastico Regionale gli elenchi del «concorsone» 2012. «Fatte le immissioni in ruolo, si assegneranno le supplenze annuali solo dalle graduatorie provinciali. Infine, se resteranno posti, la palla passerà ai dirigenti scolastici che chiameranno dalle graduatorie d’istituto prima gli abilitati e poi in base al titolo di studio».
Sulle assunzioni aleggia però un’incognita e cioè «una sentenza
della Corte Europea che in autunno deve pronunciarsi rispetto ai
precari che hanno accumulato supplenze per più di tre anni. Potrebbe
arrivare una multa salata all’Italia e l’obbligo di assumerli.
D’altra parte siamo l’unico Paese con il 30% di precariato in
classe. Per questo - prosegue Olivieri - i sindacati vorrebbero che
si aprisse una contrattazione per dotare le scuole di un organico
più ampio, funzionale, che consentirebbe di non fare più ricorso ai
supplenti, avere più tempo scuola e compresenze».
Il punteggio base è dato dall’abilitazione a cui si somma il
servizio, 12 punti l’anno, e gli altri titoli. Una seconda laurea
vale tre punti e con master e corsi vari si può arrivare in tutta la
carriera a 10. Qualche curiosità: nelle nomine c’è una riserva di
posti per la categorie tutelate: il 7% va agli invalidi, l’1% ai
figli dei caduti sul lavoro. E ci sono classi di concorso come
Diritto che di «riservisti» ne ha in abbondanza.
Le nuove graduatorie torinesi e di tante altre province si sono
riempite di precari del Sud con punteggi ben più alti di quelli ai
primi posti nei vecchi elenchi. Il perché chiama in causa più
ragioni. «Sono anziani anagraficamente, hanno accumulato molti anni
di servizio. Hanno scelto il Nord perché hanno fame di lavoro. Il
fatto è che dopo l’assunzione restano qui tre anni e poi moltissimi
tornano al Sud. E addio continuità. Siamo zona di frontiera. I miei
colleghi del Sud raccontano di insegnanti partono perché là non c’è
nessuno sbocco», spiega Olivieri. «Per tanti la scelta di insegnare
è già conseguenza della mancanza di altre prospettive». «In questi giorni si è tornato a parlare di situazioni che - incalza Cosimo Scarinzi, coordinatore nazionale del sindacato di base Cub Scuola - abbiamo denunciato infinite volte, che meriterebbero ispezioni settimanali, ma che invece il ministero si astiene dal richiedere». Scarinzi ricorda il provvedimento con cui il ministro Moratti consentì al servizio svolto nelle paritarie di avere lo stesso punteggio di quello svolto nelle statali. «Purtroppo esiste una pletora di scuole non serie, e non solo al Sud, che pagano pochissimo i docenti o addirittura si fanno dare una sorta di tangente, per distribuire le 18 ore di una cattedra su sei insegnanti: tutti ottengono alla fine i 12 punti annuali». È la moltiplicazione degli «avanzamenti» in graduatoria. «Una situazione scandalosa, ben nota all’Amministrazione scolastica - ribadisce Scarinzi -, perché sfrutta la fame di lavoro». Ma c’è dell’altro. «Ci sono i corsi e i master on line: costano migliaia di euro e valgono solo tre punti. Ma se tutti li fanno sei tenuto a farli anche tu, altrimenti resti indietro. Anche questa è una vergogna denunciata». Scarinzi usa parole forti. «La corruzione vive anche di tolleranza. Se n’è parlato in televisione, solo che poi ci abituiamo... invece dovremmo mantenere la capacità di scandalizzarci». Teresa Olivieri: «Alla fine c’è sempre lo sfruttamento dei più deboli che vivono nella precarietà. Una precarietà che cambia regole di continuo e alla quale si dovrebbe mettere la parola fine. In prima battuta, esaurendo davvero le graduatorie, bloccando i trasferimenti e ripartendo in modo equo per dare vere prospettive». |