Riforma pensioni, Quota 96 scuola, ultime:
clamoroso dietrofront, no all'emendamento

La profezia di Damiano si avvera: il governo elimina
l'emendamento per il pensionamento dei Quota 96.

di Irene Canziani, The Blasting News 4.8.2014

Un altro colpo di scena nell'incredibile vicenda dei Quota 96 della scuola: quando ormai sembrava tutto fatto, il governo mette in atto un clamoroso dietrofront stralciando dal decreto di riforma della PA proprio l'emendamento che avrebbe permesso di mandare in pensione i cosiddetti "esodati scolastici". La notizia è di pochi minuti fa, ed è stata prontamente riportata sulla pagina ufficiale del Comitato Civico Quota 96 e sul sito specializzato Orizzonte Scuola: a comunicare la soppressione del provvedimento, insieme ad altri 4 emendamenti del decreto, il ministro Marianna Madia. Andiamo con ordine: l'emendamento in questione riprende fedelmente la sfortunata proposta di legge Ghizzoni-Marzana, rifiutata in passato più volte per motivazioni economiche. Nel testo si propone la possibilità di pensionamento dal 1 settembre 2014 per il personale della scuola - docenti e personale Ata - che ha maturato i requisiti per la pensione nell'anno scolastico 2011-2012 con le norme previgenti la riforma Fornero. Vi si riconferma inoltre la limitazione numerica a 4 mila soggetti.

Riforma pensioni e Quota 96 scuola: no alla pensione a settembre

Con grande gioia dei diretti interessati in Quota 96, l'emendamento era stato negli scorsi giorni approvato da Camera e Senato, nonostante le resistenze del Mef e della Ragioneria dello Stato. Ma subito era partita la polemica tra i politici del Parlamento e i "tecnici" del Governo. Il dietrofront era nell'aria. Solo poche ore fa Cesare Damiano, presidente della commissione lavoro, uno degli esponenti che ultimamente ha portato avanti la causa dei Quota 96, aveva affermato: "sarebbe inaccettabile che lo stesso Governo pretendesse di cambiare il provvedimento a causa delle pressioni della Ragioneria dello Stato". Ed è proprio quello che è successo. Il ministro Madia ha spiegato che non sono state trovate le coperture. Tra i provvedimenti già approvati alla Camera, è saltato anche l'anticipo della pensione da 70 a 68 anni per professori universitari e medici, sempre per la stessa motivazione: la mancanza di coperture economiche. 


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