La gatta frettolosa… La Tecnica della Scuola 31.8.2014
Sarà stato il
proverbio della gatta frettolosa che, per il momento, ha fatto
slittare la mirabolante svolta epocale annunciata nei giorni scorsi
sulla scuola? O sarà stata la prudenza suggerita dal Presidente della Repubblica al "confidente ingegno " del nostro baldanzoso premier ossessionato dal mito della velocità? O, ancora, più semplicemente, perchè nozze con i fichi secchi non se ne fanno ? Una riforma della Scuola che voglia essere seria e affrontare i punti nodali del sistema istruzione in Italia, deve partire da investimenti importanti. La prima doccia fredda all'annuncio dell'assunzione immediata di 100.000 precari, falsa peraltro, è arrivata dal ministro Padoan che, per dirla terra terra, ha avvertito che la cassa è vuota. Del resto, non si è riusciti a reperire le risorse per mandare in pensione 4000 docenti della famosa quota 96, immaginiamoci da dove trarre i soldi per un così consistente numero di nuove assunzioni! In merito a tali ventilate immissioni in ruolo, è doverosa una precisazione. Si tratterebbe del ruolo per precari storici che, secondo una direttiva europea del 1999 contro la reiterazione dei contratti a tempo determinato, vanno stabilizzati, pena pesanti sanzioni per il nostro paese. Una riforma credibile, inoltre, non può approntarsi in pochi giorni agostani e, soprattutto, come più volte noi docenti della Scuola Pubblica Italiana abbiamo evidenziato, non può essere puntualmente calata dall'alto senza sentire innanzitutto noi, i tecnici, e poi i genitori e gli alunni, attraverso un'attenta rilevazioni dei bisogni, delle esigenze, delle aspettative e delle urgenze. Insomma attraverso consultazioni preventive e capillari nel corso dell'anno scolastico, che abbiano il carattere del rigore scientifico. Sempre se si vuole essere seri e non piuttosto fare partite truccate.
Ci fa piacere che
finalmente qualcuno cominci a comprendere la stretta correlazione
Ma la camera di
rianimazione in cui stiamo, richiede soluzioni immediate, a breve Per carità, pianificare a medio e lungo termine, è previdente e fruttuoso, ma la macchina è inceppata e bisogna farla ripartire subito, con soluzioni efficaci, mirate.
Senza
avventurarci in discorsi economici, lasciamoli agli addetti ai
lavori, ma usando solo e semplicemente il buon senso, ci chiediamo
come si possa rilanciare Nelle linee della riforma, è previsto infatti la creazione di un organico funzionale di rete al posto di quello attuale di diritto, per cui ci sarebbero dotazioni di docenti per un numero di scuole dello stesso ordine che dovrebbero coprire ore curricolari e supplenze.
A parte, il
carico aggiuntivo di lavoro e l'"uso" dei docenti di ruolo
Dunque, la riforma del cosiddetto rilancio, già conterrebbe un consistente numero di cadaveri. Ma gli effetti devastanti sull'occupazione, non finirebbero qui. Infatti, se come già tentato in passato sotto il governo Letta e poi rilanciato dal sottosegretario attuale del Miur, Reggi, si imponessero agli insegnanti le 24 ore settimanali, o addirittura le 36 ore, i posti che si perderebbero potrebbero arrivare a 600.000.
A questo punto ci
viene un dubbio. La fretta della "rivoluzione" renziana sulla
scuola, è dettata da una regia esterna, la stessa che sta imponendo
il rigore Un altro dubbio. Detto fuori dai denti, dietro c'è l'ombra della Troika? Noi propenderemmo per due risposte affermative.
In Grecia,come è
noto, la Troika , il micidiale composto di Fmi, Bce ed Ue, si è In Italia, non ancora ufficialmente commissariata dall'Ue, certe pulizie, per vari motivi, non sarebbero possibili. L'Italia non è la piccola Grecia e bisogna agire con cautela.
Lo schianto
economico dello stivale, la bancarotta per intenderci, avrebbe gli
effetti
Dunque si tratta
l'ammalato terminale con prudenza, imponendo le solite cure da
Non dimentichiamo
infatti che noi, come gli altri nostri coinquilini, siamo sotto la
tagliola degli aberranti trattati europei, in primis lo stritolante
Fiscal Compact ed Sfuggirvi è impossibile se non si ha il coraggio di rifiutarli e ridiscuterli alla luce della situazione economica degli stati membri dell'eurozona e delle ulteriori sofferenze che provocheranno alle già vessate popolazioni europee, soprattutto a quelle dei paesi periferici, i poveri PIIGS.
Altro che
farfugliare di flessibilità e poi calarsi le braghe dinnanzi ad uno
Schäuble, tanto per fare un nome, peraltro ministro tedesco delle
Finanze, quello che Allora si fanno annunci e si attuano decimazioni mascherate con il nome di riforme. Per la Scuola Pubblica Italiana sta avvenendo esattamente questo. Un piano di lento smantellamento iniziato da tempo che , ora, si sta accelerando. Sic et simpliciter. Ma le criticità della scommessa Renzi-Giannini sono tante.
Non si tratta
solo di un problema occupazionale, qui brevemente evidenziato
Il paese è nella
morsa delle sabbie mobili e vi sprofonda sempre di più, senza uno
spiraglio di fatti, non parole, che comincino a trascinarlo fuori
dal
I punti
controversi su cui i docenti della Scuola Pubblica, insieme alle
famiglie e ai ragazzi, sono pronti a dare battaglia, sono molteplici
: dal taglio ipotizzato dell'ultimo anno delle superiori,
chiaramente non per migliorare la qualità dell'offerta formativa ma
per le solite logiche di risparmio, all'introduzione di capitali Non ci siamo. Questa riforma ha il sapore di propaganda di regime, o di mera strategia di marketing come si preferisce, sotto cui si cela il nulla. Un nulla riferito alle sorti della Scuola Pubblica Italiana, da annientare appunto. Le logiche del piano sono marcatamente neoliberiste , da azienda e mercato. A questa mercificazione e distruzione del sapere libero, pluralista, accessibile a tutti che solo la scuola pubblica può garantire, superfluo ribadire che ci opporremo con tutte le nostre forze.
Prof.ssa Enza Sirianni Referente coordinamento Insegnanti calabresi |