Scuola e pensioni, aboliti i trattenimenti in servizio, cosa succede a quelli in essere?

Con il decreto riforma Pa aboliti i trattenimenti in servizio: il 1° settembre tutti in pensione. Ecco le scadenze.

di Carlo Lanzone, The Blasting News 14.8.2014

Il decreto Madia di riforma della Pubblica amministrazione ha abolito i trattenimenti in servizio: a partire dal prossimo 1° settembre sia i dirigenti scolastici che i docenti ed il personale Ata non potranno più essere trattenuti in servizio oltre i limiti di età previsti dalla normativa attuale per andare in pensione. Cosa succede ai trattenimenti in servizio in essere alla data di entrata in vigore del decreto legge 24 giugno 2014, n. 90? Tali trattenimenti sono fatti salvi, ma fino alla data del 31 agosto 2014, mentre dovranno essere revocati quelli che erano stati autorizzati ma non ancora efficaci.

Fino al decreto legge indicato, era consentito al personale della scuola di rimanere in servizio per ulteriori due anni oltre i limiti di età previsti per andare in pensione, ovvero i sessantacinque anni per chi aveva raggiunto i limiti di età e contributivi entro il 31 dicembre 2011 secondo la normativa preesistente alla Riforma Fornero e i 66 anni e tre mesi per tutti gli altri dipendenti pubblici. L'ottenimento di un ulteriore biennio di lavoro era a discrezione dell'amministrazione scolastica e tale possibilità è stata largamente utilizzata dal personale, soprattutto in virtù della salvaguardia della continuità didattica e della copertura delle cattedre vacanti a inizio dell'anno scolastico.

In più, prima dell'approvazione del decreto Madia, proprio una nota del Ministero dell'Istruzione (Miur) datata 28 luglio 2014, la numero 2507, aveva posto l'attenzione dei direttori generali degli uffici scolastici regionali e dirigenti scolastici sull'opportunità di attivare le procedure necessarie a recepire le nuove norme in materia, collocando a riposo il personale interessato da tale normativa. Ma proprio gli interessati, coloro che avevano in essere i due anni di trattenimento in servizio o che avevano ricevuto l'autorizzazione, sono rimasti sorpresi e manifestano la loro protesta nei confronti del decreto: in molti casi, coloro che si accingevano a permanere in servizio anche oltre il 31 agosto prossimo, avevano assunto impegni e avviato programmi che, ora, dovranno essere interrotti.


Qui è possibile consultare il testo originale dell'articolo