Parliamo potabile

 di Vito Piazza, ScuolaOggi 19.8.2014

Ho sempre sostenuto che i nostri Ministri della Pubblica Istruzione e i loro più stretti collaboratori (che in genere giocano su due tavoli prendendoci per il culo) se non incompetenti fossero fuorvianti. Di una cosa sono sicuro: non hanno mai usato il pensiero divergente o laterale o creativo, comunque fuori dagli schemi. Hanno mancato di fantasia, tutti incapaci di sognare. L’invito di Einstein non servirebbe a nulla, come non è servito per il passato.

La polvere degli scaffali e la burocrazia rendono scemi oltre che sordi. Einstein diceva che se ad un problema cerchi una soluzione, solo quella troverai. Veniamo al dunque.

Molti sindaci di città turistiche per le note vicende atmosferiche hanno proposto un mese di vacanza in più: tutto settembre. La scuola inizierebbe a ottobre. Non voglio fare le geremiadi sul fatto che il "messaggio" che si manda ai ragazzi è: la scuola non è importante.

Le elezioni continue nel nostro paese lo dimostrano. E se c'è un'emergenza? La scuole! Sono suppletive. Sapete cosa succederà stavolta se Il Ministro accogliesse la proposta? Un mese di scuola in meno. Pensiero più che convergente, piatto, diseducativo, degno della gerontocrazia che comanda al Ministero. La mia modesta proposta è questa: si riaprano le scuole e chi si  trova a Rimini ma a Milano dovrebbe frequentare il secondo anno del liceo, FREQUENTERA' IL SECONDO ANNO DEL LICEO A RIMINI. Per un mese. E chi deve iniziare la prima elementare lo faccia come lo fanno gli immigrati in un paese straniero. Nessuno è morto per questo e non si registrano traumi. Ma siamo troppo paesani e provinciali: noi facciamo i viaggi di Istruzione all'estero. I ragazzi non imparano un cazzo, ma fa tanto “fine” organizzare viaggi in Europa anche se non si conosce l’Italia. E’ la stessa logica delle tre I di morattiana memoria: come Inglese, come Informatica, come Imprenditorialità. Scusate: e un po’ più di Italiano visto che siamo tra gli ignoranti più noti del globo nella conoscenza della lingua madre? Non c’è posto. Cerini parla di middlle leadership o come cavolo si scrive.  Qualche altro pedagogista che fornisce indicazioni operative si trastulla sul sesso degli angeli.  Ma siamo pedagogisti o caporali? Diceva Totò.Ma c’è davvero qualcuno che sappia dirigere una scuola? C’ è qualcuno che dopo aver registrato il nostro ventitreesimo posto su 26 paesi faccia sentire l’emergenza della scuola reale? E’ top down o che altre fumistecherie inutili ad una scuola che affonda? Si svilupperà l’empowerment giusto? Gli stakeholder saranno contenti? La speciale normalità porterà alla scuola inclusiva?

Parliamo “potabile” dice qualcuno.

Torniamo alla proposta. Fare in modo che il confronto fra scuole sia un’emergenza positiva è poi così difficile?

Ma fare questa piccola operazione non costerebbe quasi niente, a parte, beninteso, un compenso straordinario per DS e insegnanti che vedrebbero- come gli allievi- una aumentata occasione di crescita.

Che ve ne pare?

 

Buone vacanze ottobrine a tutti
Vito Piazza, ispettore la cui creatività gli ha procurato solo esclusioni.