Insegnanti e più autonomia:
Il premier su Twitter annuncia un provvedimento
ad hoc nel prossimo consiglio Paola Fabi, Europa 20.8.2014 «Infine il 29 linee guida su scuola. Perché tra 10 anni l’Italia sarà come la fanno oggi gli insegnanti. Noi lavoriamo su questo in #agosto». Il cinguettio su Twitter è del presidente del consiglio, Matteo Renzi, che ieri mattina ha elencato sul social network i prossimi impegni, «non segreti», del governo in vista del consiglio dei ministri del 29 agosto: riforma della giustizia civile, sblocca Italia e scuola. E proprio quest’ultimo è uno dei provvedimenti più attesi e sul quale il capo del governo ha puntato fin dall’inizio dell’incarico, «Ricostruire il paese partendo dalla scuola»: prima tappa è stata l’edilizia scolastica, ora – stando alle sue parole – toccherà a insegnanti e all’autonomia scolastica. Il premier, infatti, ha spesso parlato della necessità di rivalutare la professione dei docenti, così come di dotare di un vera autonomia le istituzioni scolastiche. Misure che dovranno essere finanziate da un investimento nella legge stabilità: «mettiamo un miliardo» ha detto. Ma, soprattutto, prima dell’avvio del nuovo anno scolastico il premier vorrebbe lanciare una consultazione tra mondo della scuola e cittadini, metodo già usato per altre riforme ma che per la scuola potrebbe evitare numerose polemiche: «Il paese lo tiri fuori dalla crisi anche e soprattutto discutendo di contenuti della scuola – aveva detto durante la direzione nazionale del Pd – parlando con insegnanti e famiglie. Bisogna proporre un patto al corpo docente, non sulla base di una trattative sindacali, ma partendo dall’autonomia e dalla responsabilizzazione dei presidi, dalla formazione permanente del corpo dei docenti». Da parte sua la ministra dell’istruzione Giannini, che ha avuto numerosi incontri con il presidente del consiglio, ha le idee piuttosto chiare: informatica dalle elementari, recupero di alcune materie “ristrette” dalla riforma Gelmini, come musica, storia dell’arte e geografia, una materia discussa in inglese alla maturità. E poi wi-fi e internet veloce nelle scuole. Malgrado gli investimenti fatti negli anni scorsi i risultati non sono per niente soddisfacenti e le scuole 2.0 si contano sulla punta della dita: solo un terzo delle scuole, infatti, ha comprato le lavagne multimediali e solo il 25 per cento degli istituti scolastici è in grado di navigare ad alta velocità. E questo malgrado i 121 milioni stanziati per tablet e lim. In pratica, sono quasi otto gli studenti per un solo pc, su quasi 325mila classi solo 416 sono dotate di tecnologia e sono meno di venti le scuole all’avanguardia tecnologica su quasi 23mila totali. Capitolo a parte per l’università che la ministra vorrebbe più capaci di attrarre gli studenti stranieri così anche da consentire gli scambi: «solo se si crea una mobilità vera, regolare e di sistema e non occasionale l’Europa domani sarà una realtà sulla quale non ci sarà nemmeno bisogno di fare retorica». |