La riflessione sulla scuola di Marco Rossi Doria
Emilia De Rienzo,
La scuola ci riguarda tutti 26.9.2013
A cura del settore insegnanti del Gruppo Abele
Il 16 settembre la ministra Carrozza ha aperto l'anno scolastico a
Casal Di Principe con questa affermazione: "La dispersione
scolastica è una ferita, un assillo per un ministro. Scuola e lavoro
sono i punti essenziali su cui far ripartire il Paese.
Dispersione scolastica vuol dire che a vincere è un altro
reclutamento, quello della criminalità organizzata. Dobbiamo fare in
modo che le istituzioni siano più credibili e far sì che i nostri
ragazzi non debbano scegliere fra scuola e criminalità. Occorre
combattere il vero e proprio spreco di giovani talenti in corso in
Italia”, ha aggiunto il Ministro riferendosi soprattutto ai 2
milioni di giovani che non lavorano e non studiano.
Coerentemente a queste affermazioni, il 17 settembre, nella sede del
MIUR di Roma è stato presentato un grande piano di formazione contro
la dispersione scolastica che si svolgerà a livello nazionale in
otto città d’Italia: il progetto M.E.T.I.S., voluto dal Ministro e
dai suoi collaboratori, vedrà la collaborazione di tanti Enti e
Associazioni, tra cui il Gruppo Abele, coordinati dai Maestri di
Strada di Napoli.
In questa occasione, il sottosegretario Marco Rossi Doria ha
sottolineato che il dato nazionale del fallimento formativo,
registrato dagli indicatori europei EARLY SCHOOL LIVING, misurato
sulla base dei 25enni senza titolo di scuola superiore né qualifica
professionale spendibile sul lavoro, si fissa oggi al 17,8%.
L’Italia quindi si posiziona al terz’ultimo posto dei Paesi Europei.
Quello che diceva don Milani 5O anni fa, rimane la nostra prima
priorità – dice il Sottosegretario - e determina le scelte sulla
destinazione dei fondi dell'Europa per le problematiche scolastiche.
Il dato italiano in realtà non indica un aumento della dispersione,
che infatti registra una lenta diminuzione: lo scorso anno era al
19% e tre anni fa al 21%. Tuttavia, rispetto alle previsioni
dell'agenda 2020, che stabilisce il tetto massimo di dispersione al
10%, le previsioni in base alla tendenza statistica ci vedono sempre
in coda.
Ma come siamo arrivati a questa situazione?
Marco Rossi Doria spiega che oggi ci troviamo ad intervenire su un’
enorme falla creata tra il 2007 e il 2011 a causa del
de-investimento ministeriale sull’istruzione.
Dalla legge Casati del 1859 in poi, il Governo italiano aveva sempre
avuto un trend di investimento di fondi pubblici sull'istruzione in
crescita. Anche durante le guerre mondiali (a parte il biennio 43/45
per il conflitto civile in corso) si è comunque promosso questo
settore pubblico. Nel dopoguerra, quando il Paese aveva alte
priorità per la ricostruzione, si è scelto comunque di investire
sull'istruzione.
La prima volta in cui il nostro Governo ha scelto la via della
decrescita di fondi su scuola/istruzione/università/ricerca per
consentire la diminuzione del debito pubblico é stata con la
precedente legislatura, dal 2007 al 2011.
Questa scelta italiana non è stata condivisa da nessun paese OCSE.
Ora, questo nuovo ministero si trova a recuperare, partendo da
questo "buco".
I nostri obiettivi – prosegue Marco Rossi Doria - sono duplici: da
un lato riprendere la battaglia contro il principale problema della
nostra scuola e dall'altro invertire la tendenza politica per
recuperare attenzione all'istruzione a tutti i livelli.
Le misure in essere in questo momento sono dirette e indirette.
Tra le misure dirette si prevedono una nuova programmazione dei
fondi europei e di altri fondi ministeriali; è importante allocare
le risorse europee, verificando gli utilizzi regionali e
riconvertendo i fondi di bilancio o meglio i fondi europei
inutilizzati.
Da un confronto con le parti sociali e le Regioni a proposito delle
risorse sull'utilizzo dei fondi (erano concentrate sulle 4 regioni
meridionali con più alti livelli di fallimento scolastico e aumento
della povertà) la proposta è di diffondere le risorse economiche
anche ad altre regioni di crisi comprendendo situazioni difficili
del centro nord; risulta infatti che il dato di dispersione sia al
25% in Sardegna e in periferie urbane del centro-nord, in
particolare rispetto a certi gruppi Rom Sinti e Camminanti superi il
50%,
Un’altra attenzione riguarda l’utilizzo immediato dei fondi previsti
dall'impianto dell'articolo 7 del corrente decreto e la
riconversione degli avanzi di bilancio in tempi utili.
E’ importante capire in tempo reale quali siano i risultati delle
azioni finanziate per utilizzare al meglio i fondi per le emergenze
scolastiche ed è per questo che al ministero si verifica
settimanalmente con Cesare Moreno lo stato dell’arte. Questo modo di
operare comporta problemi organizzativi, ma permette di monitorare
meglio le situazioni ed intervenire dove c’è più bisogno.
Ci sono poi questioni indirette, molto importanti: tutta la
questione empirica che spiega che a parità di condizione di partenza
di ragazzi in disagio, le competenze apprese in tenera età nella
scuola primaria costituiscano un elemento fondamentale per vincere
la dispersione scolastica in adolescenza, rispetto a chi registra
difficoltà scolastiche nei primi anni di scuola.
Questa ipotesi è ormai una “certezza” suggellata da ricerche
internazionali e un esempio italiano ci viene dalla regione Puglia
che ha investito 7 milioni di euro per l’istruzione, concentrandoli
su tutti gli Istituti Comprensivi della regione a sostegno dei
bambini in difficoltà. Questa politica ha portato risultati
eccellenti, misurati dall'acquisizione di competenza verificate
dagli Invalsi nelle classi medie e superiori.
Un altro elemento indiretto ci viene dagli studi internazionali e
della Banca d’Italia che sostengono l’importanza di investire sui
luoghi d’apprendimento affinché siano idonei e belli; risulta
infatti che il dato del fallimento scolastico diminuisca laddove la
scuola è curata, colorata, perché dove si sta meglio si va più
volentieri e ci si sente maggiormente accolti e accompagnati.
Queste osservazioni ci portano a dire - ha continuato Marco Rossi
Doria - che abbiamo bisogno di riflessione e di verità.
Con il progetto M.E.T.I.S. il ministero, aiutato da collaboratori di
agenzie diverse che da anni lavorano nel settore della prevenzione e
del recupero della dispersione scolastica, aprirà questo spazio di
riflessione con insegnanti di territori diversi, recuperando quello
spazio di pensiero e meta-scuola necessario per comprendere
chiaramente ciò che non funziona e nello stesso tempo confrontare e
imparare dalle buone prassi che stanno portando risultati veramente
importanti in molte parti d’Italia, sebbene i mezzi di comunicazione
non ne facciano quasi mai accenno.