Carrozza e la quota stranieri a scuola Il ministro: «Il tetto del 30 per cento? Per ora non lo elimino» di Mariolina Iossa, Il Corriere della Sera 19.9.2013 ROMA - Ministro Maria Chiara Carrozza, il tema dell'integrazione dei bambini stranieri a scuola si ripresenta ogni volta che si verificano casi come quello di Costa Volpino, nel Bergamasco, o di Landiona, in provincia di Novara. I genitori si rifiutano di iscrivere i propri figli in classi dove c'è una presenza massiccia di compagni stranieri. La scuola è razzista?
«No, non è razzista,
non lo sono i ragazzi, non lo sono le famiglie, non lo sono gli
insegnanti. Penso al contrario che la scuola italiana stia facendo
tantissimo per l'immigrazione, per l'accoglienza, per
l'integrazione. Tutto sommato fatti come questi sono un po' estremi,
avvengono in alcune realtà particolari e si possono affrontare senza
paure caso per caso».
«Per il momento non ho
intenzione di cancellarla, è un'indicazione generale che nei casi
particolari, e già succede, può non essere rispettata date le
oggettive condizioni socio-territoriali. Inoltre occorre fare una
distinzione tra i ragazzi che arrivano in Italia già grandi e magari
non conoscono ancora bene la lingua, e possono aver bisogno di un
supporto maggiore per l'integrazione culturale oltreché linguistica.
Non possiamo considerare allo stesso modo degli altri i figli di
immigrati che nascono in Italia o che sono arrivati piccolissimi da
noi e conoscono la lingua quando cominciano le primarie. E possiamo
considerare totalmente stranieri i bambini che vengono dalla patria
comune, l'Europa? Questi bambini per me sono uguali a tutti gli
altri bambini, non ci sono differenze. I nostri istituti di
valutazione hanno verificato che spesso le performance degli allievi
con cittadinanza non italiana sono simili a quelle degli italiani.
Nella scuola italiana ci sono 736 mila alunni con cittadinanza
straniera ma la metà sono nati in Italia. Sono stranieri?». «Posso capire le preoccupazioni dei genitori, è chiaro che le classi vanno formate con equilibrio, non ci possono essere classi con troppi stranieri o con zero stranieri ma ripeto che i casi singoli vanno trattati singolarmente, resta alla scuola e al ministero il compito di investire nella formazione degli insegnanti perché possano dare un supporto ai ragazzi e alle famiglie e continuare il cammino verso l'integrazione. Una parte dei fondi che il decreto scuola votato dal governo destinerà alla formazione degli insegnanti andrà speso in questa direzione. L'Italia deve avere il coraggio di imparare dalla nostra scuola, i Paesi che vincono sono quelli che stanno vincendo la sfida dell'integrazione e della multiculturalità a partire dalla formazione scolastica». |