Riforma pensioni Letta 2013:
il punto della situazione dopo crisi Governo

Dottor Tecnologia, 30.9.2013

Dopo tante parole e promesse sul problema delle pensioni per i lavoratori precoci e i lavori usuranti, che per la verità non sono approdate a nulla di concreto, un barlume di speranza forse si potrà intravedere nella prossima legge di stabilità.

Si spera che il governo possa finalmente adottare delle misure che possano risolvere almeno alcuni dei gravi problemi che affliggono tante categorie di lavoratori ma manca più o meno un mese alla data fatidica e non esistono segnali che possano far pensare al meglio: le dichiarazioni più recenti oltre ad una confermata volontà di cambiamento, non sembrano andare e qualora ci fossero interventi nel settore previdenziale, probabilmente riguarderanno gli esodati ed i Quota 96 del settore scuola.

A detta di molti esponenti politici e sindacali fra i quali si distingue Cesare Damiano forse l’unico veramente propositivo in questa direzione, a categorie particolari di lavoratori deve essere riconosciuta una corsia preferenziale per dare un segnale forte di interessamento concreto a problematiche generate da rigide e in qualche caso superficiali norme precedenti, su tutte citiamo la riforma Fornero causa principale di errori grossolani e di enorme malcontento fra i lavoratori.

In questo momento si può solo attendere sperando che alcune dichiarazioni da parte del governo, facciano luce sulle reali e concrete intenzioni dell’esecutivo che per la verità sta ancora lottando per la sopravvivenza.

Intanto il Comitato dei Quota 96 per le pensioni del settore scolastico evidenzia dei numeri in controtendenza rispetto ai dati diffusi dalla Ragioneria dello Stato che aveva quantificato una spesa esorbitante per riuscire a dare garanzie a tutti i 9.000 soggetti interessati dalla vicenda: ebbene rielaborando i numeri su una nota tecnica diffusa dall’Inps i fondi occorrenti ammonterebbero a 362 milioni e non a 1.420 milioni per altro ripartiti in più anni e cioè 29,46 milioni per il 2013, 89,22 milioni per il 2014, 85,61 milioni per il 2015, 79,85 milioni per il 2016, 69,92 milioni per il 2017 e 7,75 milioni per il 2018.

A questo punto l’ostacolo più grande ad una “controriforma” verrebbe meno visto che la spesa eccessiva veniva imputata come causa principale dell’immobilità del Governo; e se è vero che tutti i dati devono essere confermati, è anche vero che tranne alcuni parlamentari del Movimento 5 stelle e l’onorevole Ghizzoni, tutti i nostri politici sembrano aver sottovalutato il problema anteponendo sempre urgenze più gravi a cui dedicarsi.

Ecco che i Quota 96 guardano con speranza alla prossima legge di stabilità affinchè vengano prese seriamente in considerazione le loro richieste.