Anci: il decreto sui libri digitali
poteva aspettare, di A.G. La Tecnica della Scuola 27.9.2013 Secondo Antonio Satta, dell'ufficio di Presidenza dell’associazione nazionale dei Comuni e segretario Unione Popolare Cristiana, in diversi centri gli edifici cascano a pezzi e a metterci la faccia sono i sindaci. Poi ci sono seri problemi nella formazione delle classi. Serviva un piano speciale per la scuola, magari tagliando qualche F35. Perché non ci si concentra su edilizia e personale precario? La scuola ha ben altre priorità che l’introduzione dei libri digitali. È questo il senso dell’intervento di Antonio Satta, componente dell'ufficio di Presidenza dell'Anci e segretario del'Unione Popolare Cristiana (Upc), a seguito dell’emanazione del decreto ministeriale attraverso cui il responsabile del Miur, Maria Chiara Carrozza, ha previsto un’introduzione graduale dei testi scolastici in formato digitale e un riduzione iniziale del 10% della spesa delle famiglie. "Ministro – ha detto Satta, rivolgendosi proprio alla Carrozza - siamo contenti che la scuola introduca, seppur per una minoranza, i libri elettronici. Ma quando risolverà concretamente i problemi dell'edilizia scolastica, della valanga di precari che seppur bravi insegnanti non possono portare avanti la continuità didattica?" Sottolineando che i Comuni "sono in prima linea in questa battaglia", Satta accenna, ad esempio, ai casi della Guicciardini e della Manzoni di Roma, dove "ci sono stati errori clamorosi nel formare le classi". "In altri centri, soprattutto nei più piccoli - aggiunge - gli edifici cascano a pezzi e a metterci la faccia sono in primo luogo i sindaci. Serve - conclude - un piano speciale per la scuola, magari tagliando qualche F35". |