Assunzioni su ogni posto libero.
Via libera al decreto legge, in tre anni 85 mila
posti fissi tra prof e Ata. di Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi, 10.9.2013 Lo stratagemma è stato già utilizzato per l'ultimo piano di assunzioni: concordare con i sindacati di mantenere gli stipendi in ingresso dei nuovi assunti per un po' di anni allo stesso livello di quando erano precari. Condicio sine qua non per avere il sospirato posto fisso. Ora si replica.
Il consiglio dei ministri di ieri ha approvato
il decreto legge proposto dal ministro dell'istruzione, Maria Chiara
Carrozza, che prevede un piano triennale per 85 mila assunzioni: 16
mila per il personale ausiliario, tecnico e amministrativo e 69 mila
per gli insegnanti, dei quali 26 mila saranno per il sostegno. A
condizione, precisa il decreto, che sia garantita «l'invarianza
finanziaria». Un provvedimento corposo, che va dal welfare per gli
studenti all'accesso gratis dei docenti ai musei, dalle assunzioni
negli enti di ricerca allo stop al bonus maturità per i test di
accesso alle università. Un decreto al quale il premier Enrico Letta
ha assegnato il compito, ad avvio del nuovo anno scolastico, di dare
il senso di quel cambio di marcia da tempo richiesto sulla scuola e
l'università. Alla fine, si tratta di 400 milioni di investimenti, a
cui il Tesoro ha dato l'ok grazie a un po' di tagli di spesa su
altre amministrazione, all'incremento dell'accise sui tabacchi e
alla clausola di «invarianza finanziaria» per le assunzioni nella
scuola. É saltata dal decreto invece la norma sugli istituti
paritari, che nella bozza in entrata al cdm (e pubblicata sul sito
di ItaliaOggi) è indicata all'articolo 16: una norma che, dicono
ambienti cattolici del Pdl e del Pd, avrebbe assestato un ulteriore
duro colpo agli istituti paritari a dispetto della legge n. 62/2000
che garantisce alle scuole che fanno parte del sistema nazionale di
istruzione e formazione parità di condizioni. Senza differenza tra
statali e paritarie. «É necessaria non una contrapposizione tra
pubblico e privato», ha spiegato il sottosegretario all'istruzione,
Gabriele Toccafondi, «ma un riflessione seria sui due pilastri del
sistema».
Una svolta rispetto al recente passato: si
potrà assumere su ogni posto libero dell'organico di diritto e per
intero e non solo sui posti lasciati dai pensionati e in parte. Sono
stati dunque superati i paletti messi a partire dal decreto legge
112/2008 a contenimento del turn over. Si stima che saranno 89 mila
gli assunti possibili nel triennio. L'obiettivo è di assicurare la
continuità del servizio, si legge, erodendo quei margini di
precarietà che finora hanno fatto lavorare studenti e insegnanti
senza certezze. Ma anche mettere lo stato italiano al riparo dalle
censure della Corte di giustizia europea che ha più volte sanzionato
il ricorso nello stato a contratti a tempo determinato sui posti in
organico e per un periodo superiore ai tre anni. Se il piano sarà
pienamente realizzato, le supplenze dovrebbero essere fatte per i
posti in organico di fatto.
Il piano di assunzioni, si legge nel decreto,
è subordinato a «una specifica sessione negoziale concernente
interventi in materia contrattuale che assicuri il rispetto del
criterio di invarianza finanziaria». Con l'ultimo piano di
assunzioni, in sede contrattuale sindacati e governo stabilirono
l'allungamento dei tempi necessari per agguantare il primo scatto di
anzianità, in assenza del quale lo stipendio di ingresso resta
uguale a quello di quando si è precari. Generale l'apprezzamento per il provvedimento. «Si va nelle direzione giusta, dopo anni di tagli», dice Mimmo Pantaleo numero uno della Flc-Cgil. «Che si aprano tavoli di negoziato ci va benissimo, nessuno pensi, però, di farne il luogo di ratifica di decisioni già prese», avverte il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima. «La buona scuola è fatta dai docenti, che non possono subire il blocco del contratto e la sospensione degli scatti di anzianità, il governo deve intervenire», chiede il segretario della Uil scuola, Massimo Di Menna. «Bene la stabilizzazione, ora puntiamo agli scatti», concorda Rino Di Meglio, responsabile nazionale Gilda. |