Quota 96: le novità della settimana

Fra proteste e presentazione di emendamenti sul problema degli esodati della scuola, prosegue la difficile trattazione della questione dei cosiddetti quota 96

di Marcello Tansini, webmasterpoint, 14.9.2013

Il primo passo da compiere è la quantificazione dei quota 96. Sembra quasi paradossale che, dopo mesi e mesi di dibattiti, proposte di legge, proteste e annunci, non sia ancora chiaro il numero esatto della platea dei beneficiari. E a sorprendere è la fonte della richiesta: il mondo della politica. Proprio così, coloro che avevano promesso e invocato cambiamenti hanno giustificato il mancato raggiungimento dell'obiettivo con questa lacuna. Ministero dell'Istruzione e INPS avevano fornito numeri differenti e così, alla luce della complicata situazione economica, tutto è rimasto fermo.

In ballo ci sono quei lavoratori che, nonostante il compimento di 61 anni d'età e il raggiungimento di 35 anni di contributi, non sono andati in pensione a causa dell'introduzione della riforma Fornero che non ha tenuto conto della peculiarità del calendario scolastico. L'idea è di correggere la tempistica dell'andata in pensione da anticipare, a questo punto, al 31 agosto, visto che l'anno di riferimento della scuola non è l'anno solare ma quello scolastico. Ci sarà spazio nella prossima legge di stabilità? O sarà predisposto un provvedimento ad hoc? O non sarà fatto alcunché?

Di certo i quota 96 non potranno ormai andare in pensione prima del mese di settembre del prossimo anno. In settimana, comunque, hanno fatto sentire la loro voce sotto la sede romana del Partito Democratico minacciando il ricorso alla Corte di giustizia dell'Unione europea contro il governo italiano. In parallelo, Francesco Boccia, parlamentare del Partito Democratico, ha annunciato la presentazione di un emendamento per cercare di risolvere il problema degli esodati della scuola. E si resta in attesa della pronuncia della Corte Costituzionale che si riunirà il 19 novembre.