Napolitano: la politica non sprechi i venti di ripresa. Carrozza:
scuola luogo principe per l'integrazione
di Nicoletta Cottone, Il Sole 24 Ore
24.9.2013
La politica non sprechi il momento favorevole che fa sperare nella ripresa. Il presidente della Repubblica,
Giorgio Napolitano, intervenendo alla cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico al Quirinale, ha affermato che «dobbiamo fare tutti la nostra parte per far crescere i semi che appaiono e possono maturare di un miglioramento e cambiamento positivo della nostra situazione». La politica, ha esortato, «non sprechi questo momento più favorevole e faccia, attraverso il governo e il Parlamento, la sua parte, procedendo, senza incertezze e tantomeno rotture, nel compiere le azioni necessarie. Si mobilitino tutte le forze valide del Paese. Anche quelle della scuola». Sono circa tremila tra scolari e studenti gli allievi di scuole italiane al Quirinale per la cerimonia di inaugurazione dell'anno scolastico condotta da Fabrizio Frizzi. Nel cortile d'onore bambine e bambini, ragazze e ragazzi hanno assistito ad esempi e rappresentazioni di tante attività compiute da coetanei in varie parti del Paese sulla Costituzione, la difesa dell'ambiente, l'integrazione tra italiani e stranieri, il rispetto della legalità e la lealtà nello sport. E hanno ascoltato le parole del presidente Napolitano e del ministro Carrozza.
Governo e Parlamento avanti senza incertezze o rotture
Governo e Parlamento, ha detto Napolitano, proseguano nella loro azione per uscire dalla crisi «senza incertezze e tantomeno rotture», per «compiere le azioni necessarie. Si mobilitino tutte le forze valide del Paese».
Tante famiglie in difficoltà: manca il lavoro
«Sono ancora tante - ha detto il capo dello Stato - le famiglie che soffrono di difficoltà e privazioni, che non ce la fanno, o ce la fanno a fatica, ad andare avanti ogni mese, che mancano di sostegni essenziali, innanzitutto il lavoro per i figli se non anche per i genitori».
Più istruzione e ricerca contro la disoccupazione
Contro la disoccupazione, ha detto Napolitano, occorrono più istruzione e ricerca. «Rafforzare l'istruzione a tutti i livelli, sviluppare la ricerca scientifica, rendere più elevata e moderna la formazione dei giovani attraverso tutti i canali - ha detto il capo dello Stato - è decisivo per superare la crisi, per combattere la disoccupazione, per competere nel mondo d'oggi, per costruire il futuro che l'Italia può riuscire a darsi».
La scuola ha sofferto per scelte miopi e tagli alla cieca
«La scuola - ha ricordato il presidente della Repubblica - negli ultimi anni ha sofferto ristrettezze provocate dalla crisi e ha sofferto, diciamo la verità, di incomprensioni e miopie, di rifiuti e tagli alla cieca, più che di una necessaria lotta contro innegabili sprechi, da parte dei responsabili della cosa pubblica».
Napolitano scherza con Flavio Insinna
Non è mancato un intermezzo familiare per il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: all'attore Flavio Insinna, che ha ricordato i trascorsi scolastici di sua sorella col figlio del capo dello Stato, «potevano sposarsi...», Napolitano ha replicato: «Il figlio di cui parlava Insinna si è sposato, ma ne ho un altro ancora da sistemare».
Carrozza: la scuola unisce gli italiani ed è il luogo principe per l'integrazione
«La scuola oggi per la sua presenza diffusa sul territorio è sempre più l'istituzione che,
proseguendo la sua responsabilità storica, unisce gli italiani», ha detto il ministro dell'Istruzione Maria Chiara Carrozza. «Oggi, in particolare - ha evidenziato il ministro - la scuola deve far vivere i valori costituzionali, deve essere, come diceva Piero Calamandrei 'lo strumento perché la Costituzione scritta nei fogli diventi realtà». Il ministro ha quindi ricordato al sua recente visita a Casal di Principe dove su un bene confiscato alla camorra verrà costruita una scuola per l'infanzia e dove ha incontrato
studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, istituzioni e associazioni. Il ministro ha poi sottolineato che «l'integrazione è un fattore di arricchimento per i nostri ragazzi e le nostre ragazze», e la scuola «è il luogo principe per l'integrazione».