Invalsi con brogli

Pasquale Almirante, La Sicilia 29.9.2013

Settantotto scuole del Trentino e della Lombardia si sono viste restituire le prove Invalsi di italiano e matematica del quinto ginnasio (il secondo anno per i licei) senza valutazione, perché gli esperti incaricati della correzione avrebbero sentito puzza di bruciato. In pratica, i ragazzi avrebbero imbrogliato, copiando i test e risultando per questo esageratamente bravi.

Già da quest'anno, infatti, l'Invalsi aveva lanciato la sfida, avvertendo che non sarebbero stati tollerati comportamenti anomali, come appunto il copiare o l'aiuto determinante dei docenti che, per amore dei ragazzi, e soprattutto per non fare scendere nei livelli bassi la propria scuola, intervengono anche pesantemente. Per questo l'Invalsi calcola per ogni classe la media e la deviazione standard dei punteggi, l'indice di omogeneità delle risposte date al medesimo quesito e il tasso di risposte non date. In altre parole il "comportamento anomalo" segnalato nelle 78 scuole del Nord si è evinto da un elevato punteggio medio e da una elevata concentrazione dei punteggi della classe attorno al punteggio medio, una elevata concentrazione di risposte identiche, giuste o sbagliate non importa, date a un medesimo quesito e infine un basso numero di risposte non date. In pratica, gli esperti Invalsi si sono trovati di fronte a compiti così eccellenti da ritenerli falsi: se sono tutti bravi, automaticamente vuol dire che hanno tutti barato. Compiti dunque restituiti e con un giudizio di valutazione sospeso, tanto che queste scuole dovrebbero ora partecipare a un progetto vigilato sia dall'Anvur, sia da esperti e sia da dirigenti tecnici, che a conclusione del percorso dovrebbero dare un verdetto sulla scuola.

Ciò che tuttavia fa riflettere è il valore "oggettivo" da assegnare alle prove Invalsi e se basta un test, calato dall'alto, per catalogare una scuola con tutti i suoi componenti. Ma non solo. La vicenda delle 78 scuole del Nord dimostra pure che a barare non è sempre il famigerato Sud d'Italia, al quale fra l'altro tutte le misurazioni (occupazione, lavoro, infrastrutture, ricchezza, spesa) affibbiano i livelli più bassi, per cui nulla toglie che i rilevamenti degli anni scorsi possano contenere tassi rilevanti di imbrogli che in ogni caso, e a prescindere da Nord e Sud, rendono le prove Invalsi per niente attendibili e quindi inutili.