IL DOSSIER
I Rom discriminati a scuola
"Hanno fatto di me un idiota"
Amnesty
International porta alla ribalta una delle tante situazioni
aberranti, nel cuore del Vecchio Continente, grazie al rapporto
"Promesse non mantenute: la segregazione degli alunni rom continua".
Hanno le stesse capacità di tutti gli altri bambini, senza problemi
di apprendimento. Ma dopo la "scuola speciale" per sei, sette anni,
le lacune possono apparire incolmabili
di Luca Attanazio, la Repubblica
12.9.2013
ROMA - Nel 1976 Claudio
Lolli cantava di aver visto degli zingari felici. Se dovesse
ricomporre la canzone ai giorni nostri, con tutta probabilità,
cambierebbe titolo. È sempre più difficile, infatti, per Rom, Sinti
e Camminanti avere accesso ad una vita dignitosa in Europa,
figuriamoci se appagata. Tra ghettizzazioni, discriminazioni, raid
ed esclusioni dalla vita pubblica di tutti i segmenti delle varie
comunità, inclusi i bambini, il livello di guardia è stato
ampiamente superato.
Amnesty
International porta alla ribalta una delle tante situazioni
aberranti, nel cuore del Vecchio Continente, grazie al rapporto "Promesse
non mantenute: la segregazione degli alunni rom continua".
Apartheid in Europa.
In Slovacchia vivono circa 500 mila Rom (9% della
popolazione). I minori sono vittima di una segregazione scolastica
de facto degna del peggiore dei sistemi di apartheid. Un terzo dei
bambini, infatti, fin dalle classi di pre-scuola, viene inserito in
gruppi di alunni appartenenti alla stessa etnia o in programmi
separati stabiliti appositamente per piccoli con disabilità
psichiche. Circa il 43 per cento dei minori iscritti alle scuole
ordinarie, siede su banchi di classi etnicamente segregate (solo
rom), mentre il 12 per cento è assegnato a scuole speciali. "Hanno
fatto di me un idiota - denuncia Jakub, il ragazzino di Plavecký
Štvrtok, un villaggio a 20 km a nord di Bratislava, la cui
incredibile storia è paradigmatica di migliaia di altri - ho fatto
fino alla IV elementare in una scuola normale e ottenuto una borsa
di studio per gli ottimi risultati. Poi ho discusso con un
insegnante e hanno deciso di rivalutare i miei standard". Senza
informare i genitori, i maestri hanno improvvisamente rilevato
presunti deficit di apprendimento e trasferito il bambino in una
classe speciale.
Statistiche allarmanti.
Stando alle ultime statistiche, in Slovacchia, l'85% degli alunni
che frequentano classi speciali, sono Rom: secondo la legislazione
slovacca, quindi, la quasi totalità della popolazione minore
appartenente a questa comunità è affetta da deficit di natura
psicologica. Un dato assurdo, che riporta a teorie eugenetiche e
scava un baratro incolmabile tra Rom e Gagè: quando un bambino Rom è
collocato in una classe o scuola speciale, il reintegro in quella
ordinaria è quasi impossibile perché la legge non prevede riesami
degli alunni. E nelle rare volte in cui avviene, si verificano
problemi di percorso estremamente gravi, come spiega un dirigente
scolastico che persegue con coraggio la via dell'integrazione:
"Hanno tutte le capacità, e non presentano problemi di
apprendimento. Ma dopo essere stati alla scuola speciale per sei,
sette anni, le lacune possono apparire incolmabili". In alcune
scuole slovacche, i Rom sono separati dagli altri bambini anche in
altri ambiti della vita scolastica. "I bambini bianchi - spiega
Irena, una madre rom di Krivany - hanno la loro mensa mentre i
nostri mangiano in un corridoio".
Lo sterminio nazista.
La popolazione Rom, tra i 10 e i 12 milioni di persone, è una
delle minoranze più grandi e discriminate d'Europa. Quasi l'80% vive
nei paesi membri della UE o in alcuni che attendono di entrarvi. Ma
il rapporto con il Vecchio continente è davvero difficile. Forse non
molti ricordano che nei campi di sterminio nazisti sono morti almeno
500 mila zingari. Il Porrajmos, come viene definito in lingua
romanesh, il Grande Divoramento, ha cancellato dalla faccia
dell'Europa un pezzo enorme di questo popolo. Ancora oggi, i Rom
sono tra i gruppi più sistematicamente discriminati d'Europa. Hanno
un'aspettativa di vita infinitamente più bassa della media (45
anni), redditi inferiori, abitazioni più misere, un tasso di
alfabetizzazione più basso ed enormi livelli di disoccupazione.
L'accesso all'alloggio, all'assistenza sanitaria, all'istruzione e
al lavoro resta per la stragrande maggioranza un miraggi.