Scuola: fondi carenti per un terzo dei genitori, inadeguate le strutture per il 90% Il Sole 24 Ore 10.9.2013
Per oltre un terzo dei genitori italiani i fondi della scuola italiana sono carenti, mentre 9 su 10 le strutture sono inadeguate. Risultano in aumento i contributi richiesti alle famiglie, che finanziano l'acquisto dei materiali per la didattica (78%), ma concorrono anche a sostenere l'insegnamento delle materie curricolari (31%) ed extra (44 per cento). È la fotografia della scuola scattata dalla ricerca "Il ruolo e le condizioni del sistema educativo italiano" realizzata da Ipsos da Save the children che denuncia che per circa il 40% dei genitori il livello della scuola italiana rimane elevato, ma un ragazzo su 4 lo ritiene appena accettabile. Il precariato degli insegnanti è un ostacolo per il percorso scolastico dei ragazzi per il 87% dei genitori, mentre per 84% la motivazione dei docenti influisce sul livello di insegnamento.
Per l'87% dei genitori si assiste nella scuola a un peggioramento più o meno grave. Un genitore su 4 ritiene il peggioramento molto grave, con picchi del 37% in Sardegna e 33% in Lazio, imputato a carenza di fondi (35%, con picchi del 41% in Piemonte e Lombardia), depauperamento di strutture e dei servizi (27%, che tocca il 33% in Veneto e Puglia).
Nonostante tutto però, il 40% degli interpellati trova di qualità elevata la scuola italiana (51% in Sicilia e 45% in Piemonte) e l'insegnamento impartito (l'8% dei genitori è completamente d'accordo con questa affermazione, il 32% abbastanza d'accordo), mentre lo stato di inadeguatezza (se non di fatiscenza vera e propria) delle strutture ospitanti è rilevato da 9 su 10 intervistati (90%), dato che arriva alla quasi totalità del campione in Sicilia (96%) e Lazio (94%). «I dati di questa indagine ci dimostrano che il nostro Paese si caratterizza sempre di più per le forti disuguaglianze educative. Nel percorso scolastico dei bambini hanno sempre più peso i divari di tipo economico, sociale e culturale delle famiglie e dei territori di provenienza», ha sottolineato Raffaela Milano Direttore Programmi Italia-Eu di Save the Children. «L'anno scolastico si apre in uno scenario allarmante: meno tempo scuola, scarse opportunità di formazione dei docenti, edifici insicuri, classi affollate, taglio delle attività extrascolastiche, discriminazione nei servizi di refezione, offerta insufficiente di servizi per la prima infanzia: tutto questo colpisce i minori, in particolare quelli dei contesti più svantaggiati, e compromette le loro opportunità di crescita».
La famiglia gioca un ruolo chiave nel sostegno economico delle attività scolastiche, provvedendo molto spesso (78% di adulti) all'acquisto o al finanziamento dell'acquisto di materiali destinati alla didattica, come carta, e fotocopie (valori che salgono all'86% in Puglia e Piemonte e all'81% in Toscana e Emilia, ma anche di altre necessità di carattere più generale (tipicamente, la carta igienica – 51% tra i genitori, che arriva al 61% in Puglia e 60% in Piemonte). I genitori concorrono anche a sostenere l'insegnamento di alcune materie, più spesso in aggiunta al corso di studi (44%, 52% in Piemonte e 48% in Lazio), ma anche materie previste dal curriculum studiorum (31%, che diventa 40% in Campania e 39% in Lazio). Secondo la stragrande maggioranza dei genitori italiani, questi costi sono nettamente aumentati nell'ultimo periodo: ben l'81% dice di aver dovuto contribuire in misura maggiore all'acquisto del materiale didattico nell'ultimo periodo (carta, fotocopie etc.), dato che arriva al 92% in Lombardia e 86% in Liguria. Per il 78%, gli aumenti hanno riguardato il contributo per l'insegnamento di materie curricolari (il dato arriva a ben il 93% in Campania), mentre il 76% dice di aver subito l'impennata dei costi del servizio mensa (con picchi dell'84% in Lombardia e 82% in Veneto) e i contributi per il materiale non didattico (che arriva all'84% in Sardegna e all'83% in Lombardia). I genitori italiani, inoltre, riconoscono che le precarie condizioni in cui gli insegnanti si trovano a lavorare agisce da barriera in due sensi, da un lato perché di fatto essa ostacola un percorso scolastico organico e fluido per i ragazzi (87%, che arriva al 91 e 90% rispettivamente in Sicilia ed Emilia Romagna), dall'altro perché la motivazione dei docenti influisce sul livello di insegnamento (84%, che tocca il 90 e 88% rispettivamente in Sicilia e Toscana) e sul riconoscimento della figura del docente come adulto di riferimento (79%, con picchi dell'86 e 84% in Puglia e Campania). Per Save the children è indispensabile «invertire decisamente la rotta rispetto alla stagione dei tagli degli investimenti per l'istruzione (nel periodo 2008-2011 la scuola ha subito tagli per 8,4 miliardi di euro e l'Italia spende per la scuola il 4,7% del Pilrispetto al 6,3% della media Ocse)». |