Decreto CdM, finisce un’epoca: di Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 10.9.2013 Per il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, le nuove disposizioni segnano una campagna di prevenzione nei luoghi in cui si formano i ragazzi. Anche perché un giovane che fuma corrisponde spesso ad un adulto che si ammala, aumentando in tal modo la spesa sanitaria nazionale. Sarà dura per gli studenti fumatori abituali, che alle superiori sono il 30%. E altrettanti sono quelli che hanno provato l'ebrezza della sigaretta almeno una volta, proprio mentre suonava la campanella... In attesa di leggere il testo ufficiale riguardante il decreto sulla scuola approvato dal CdM, su un punto sembrano non esserci dubbi: già a partire dall’a.s. 2013/14 non si potrà più fumare nelle scuole. Nemmeno nei cortili antistanti gli edifici scolastici. Si tratta di una norma annunciata da alcune settimane. Anche per bocca del ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. La quale, il 9 settembre, ha espresso parole di soddisfazione. Abbiamo approvato, ha detto, "il divieto di fumo in tutti i luoghi pertinenti alle scuole. E il divieto di fumo della sigaretta elettronica negli edifici scolastici". Le nuove disposizioni segnano una "campagna di prevenzione nei luoghi in cui si formano i ragazzi", ha sottolineato il ministro. La filosofia del Governo è quella di educare, infatti, ad uno stile di vita sano. Anche perché un giovane che fuma, molto spesso è un adulto con problemi di salute. Che allo Stato costano. "I proventi delle sanzioni – ha tenuto a dire la Lorenzin - verranno reinvestiti nella prevenzione". Con la scuola che diventa sempre più "un luogo sempre più centrale non solo di educazione e formazione ma anche di prevenzione". “Il nostro obiettivo - ha sottolineato all'Ansa il Ministro - è far tornare ad essere 'non figo' il fumo'', soprattutto tra i giovani. Qualche anno fa si è registrato un crollo nell'abitudine al fumo tra i giovani, poichè fumare era considerato qualcosa da 'vecchi' e non fumare era invece ritenuto 'cool'. Oggi, invece, Il fumo tra i ragazzi è tornato ad essere di moda, e scene di fumo si tornano a vedere anche nei film”. L'Organizzazione mondiale della sanità, ha ricordato quindi Lorenzin, “ha rilevato come nei Paesi si determini una oscillazione a favore dell'abitudine al fumo quando vengono meno le campagne di sensibilizzazione. E' quindi necessario avviare campagne periodiche massive contro il tabagismo. Questo tipo di lavoro va fatto nelle regioni soggette a 'deprivazione ambientale, come ad esempio la Campania, dove tra l'altro molto alto è il tasso di dispersione scolastica”. E potrebbe non finire qui. “Per adesso ci siamo limitati alla scuola. Se ci fosse una volontà parlamentare, non sono contraria ad estendere i divieti sul fumo anche all'Università”. Di sicuro, la decisione del CdM renderà la vita dura a molti studenti fumatori abituali: stime attendibili dicono che si tratta di uno studente su tre della popolazione scolastica delle superiori, a cui si aggiunge il 4% dei ragazzi che frequentano le medie. Inoltre, da un'indagine di Cittadinanzattiva risulta che almeno il 70% degli studenti ha come luogo 'preferito' per fumare il cortile delle scuole. La percentuale e' stata trovata grazie a questionari anonimi su oltre 3mila studenti di 15 regioni, di cui metà delle secondarie di secondo grado. Inoltre, l'82% degli studenti delle superiori e il 51% di quelli delle medie dicono di aver visto altri compagni fumare durante l'orario scolastico. A fumare, specifica lo studio, sono soprattutto i maschi, in particolar modo nelle scuole medie (59% contro 41%), mentre alle superiori lo scarto e' inferiore (53% e 47%). Se un terzo dei ragazzi delle superiori fuma abitualmente, sottolinea un'altra indagine promossa dal Movimento genitori Moige, un altro 30% ha provato una sigaretta almeno una volta proprio a scuola. La maggior parte dei fumatori abituali inoltre dichiara di superare il pacchetto al giorno, mentre in media la prima 'bionda' si prova ormai ad appena 12 anni |