L’organico funzionale
abbatterebbe i costi per supplenze

da Tuttoscuola, 3.9.2013

La Ragioneria generale dello Stato ha pubblicato nei giorni scorsi l’andamento dei flussi di spesa dei vari ministeri, rilevando, tra l’altro, che “limitatamente all'incremento dei soli costi del Personale si evidenzia il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca che registra un aumento pari a 218,142 milioni di euro dovuto ad un maggior ricorso delle supplenze brevi”.

Se si considera che il periodo attivo per le supplenze è di circa nove mesi nell’anno, quella maggiore spesa rilevata dalla Ragioneria generale è stata pari a poco più di 24 milioni al mese. Quei 24 milioni di maggiori spese corrispondono anche alla retribuzione lorda media mensile di circa 800 docenti a orario pieno.

L’accostamento può sembrare improprio, ma non è così: può servire infatti ad evidenziare la netta connessione delle supplenze con le risorse umane a disponibili. È, dunque, azzardato pensare che una consistente quota di spese per le supplenze potrebbe essere riconvertita in docenti a disposizione della scuola?

L’organico funzionale, di cui si parla spesso anche a sproposito, potrebbe servire anche a questo. Si potrebbe cominciare gradualmente, riconvertendo i posti che per cause varie devono essere cancellati dall’organico d’istituto. La graduale stabilizzazione dei docenti precari potrebbe contribuire a costituire la dotazione iniziale dell’organico funzionale.

Dopo l’avvio, del tutto virtuale, dell’organico funzionale di istituto disposto l’anno scorso in un provvedimento di legge (art. 50/decreto legge 5, DL 5/2012), targato Profumo ma proposto e voluto dal sottosegretario all’istruzione Marco Rossi Doria, potrebbe essere arrivato il momento giusto.