Registri elettronici? No, grazie

da Tuttoscuola, 16.9.2013

Tra le accelerazioni prodotte dall’allora ministro Profumo per portare a compimento il processo di dematerializzazione nella scuola erano previsti, già dallo scorso anno, le iscrizioni da effettuare con modalità on-line, la pagella in formato elettronico, i registri on line e l’invio delle comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico.

Il Miur l’anno scorso, pur confermando l’obbligo di provvedervi, aveva precisato che il 2012-13 “rappresenta un periodo di transizione durante il quale le scuole dovranno attivarsi per realizzare al meglio il cambiamento”. Senza affermarlo espressamente, il Ministero aveva fatto intendere, quindi, che l’impiego dei registri elettronici era rinviato a questo anno scolastico. 

Soltanto le iscrizioni on line si sono realizzate in pieno, mentre gli altri tre prodotti risultano realizzati, allo stato attuale, parzialmente qua e là sul territorio a macchia di leopardo.

Da una recente indagine del Cineca che ha interpellato un campione di 200 dirigenti scolastici risulta che soltanto il 50% ha già provveduto ad introdurre il registro elettronico, ma in buona parte non ha ancora provveduto all’installazione in tutte le classi.  

Serve un’altra proroga? Lo pensa l’Andis che attraverso il suo presidente, Gregorio Iannaccone, ha dichiarato: “Sarebbe opportuno dare un altro anno di tempo alle scuole. Non per una questione di attrezzature, ma per dare tempo agli insegnanti di formarsi adeguatamente”.

Ancora più decisa la posizione del sindacato Gilda che dichiara “No all’adozione del registro elettronico fino a quando non saranno chiariti i tanti aspetti ambigui della normativa che ne introduce l’uso nelle scuole”.

Secondo la Gilda, infatti, sono ancora troppi i problemi da risolvere, come quelli relativi alla privacy, alle procedure di comunicazione dei voti alle famiglie e alla firma digitale.

“Nonostante ciò – spiega la Gilda – in numerose scuole i dirigenti scolastici stanno provando a imporre ai collegi dei docenti l’introduzione dei registri elettronici. Inoltre la circolare del ministero non impone alcun termine per l’introduzione del registro elettronico. Per l’anno scolastico appena iniziato, dunque, l’adozione di questo nuovo strumento didattico è ancora facoltativa”. La Gilda degli Insegnanti invita quindi i docenti a rifiutare qualsiasi deliberazione del collegio che avalli l’introduzione del registro elettronico.

Interessante infine la riflessione sull’opportunità di uniformare i software di gestione (dei registri elettronici ma non solo) di Cornelia Carlessi, una docente che si definisce “girovaga in questi ultimi anni in diversi istituti della bergamasca”, che ha scritto a Tuttoscuola per commentare il dossier “Sei idee per rilanciare la scuola”. La Carlessi sottolinea “l'inefficacia del sistema informatizzato: ogni segreteria ha un suo software di gestione, ogni istituto ha un suo software per il registro elettronico e ad ogni cambio di scuola i docenti sono obbligati a "prendere servizio" compilando ancora nel 2013 decine e decine di moduli cartacei (se un docente ha tre istituti li deve compilare tre volte, e se l'anno successivo cambia ancora istituto, li deve compilare di nuovo) (…). Se ci fosse un unico software per il registro elettronico, sarebbe un grosso vantaggio per tutti i docenti che ogni anno cambiano istituto (e sono tanti), ma anche per le famiglie (tre figli in tre istituti diversi, tre registri elettronici diversi, tre modalità diverse per accedere, ecc. ecc.)”. Giusto.