Nomina dei supplenti su posti di
sostegno
di L.L. La
Tecnica della Scuola 18.9.2013
Il Miur decide per la priorità nelle nomine ai docenti in
possesso del titolo di specializzazione, anche se non inclusi nelle
graduatorie di circolo o istituto.
"Quando mi chiedono su quali settori uno Stato deve investire io
rispondo: istruzione, istruzione e ancora istruzione", ha aggiunto
la Reding. Trieste ha infatti ospitato il dibattito sulle tematiche
europee quali la crisi economica, i diritti dei cittadini e il
futuro dell'Europa.
Presente anche il ministro per gli affari europei, Moavero Milanesi,
che ha sottolineato l'importanza di una educazione civica "europea".
"E' fondamentale il lavoro che si può fare nelle scuole perchè si
può insegnare quella realtà dell'Unione europea che spesso non è
compresa. Credo che una maggiore attenzione nelle scuole ad una
educazione civica non solo di proiezione nazionale ma europea possa
essere fondamentale per la formazione di cittadini europei
consapevoli".
Ma non è solamente questo il problema, quello cioè di formare
cittadini europei consapevoli, ce n’è anche un altro sul quale
occorre incominciare a riflettere e senza perdere tempo.
La questione assai rilevante sta nella sempre maggiore disparità
che, anche a causa della crisi, si sta creando tra ceti diversi
della società e che poi si riflette sulla scuola e
sulla scelta scolastica e dei suoi indirizzi.
In Usa per esempio il problema comincia a essere guardato con
attenzione, considerato che c’è in atto “il rapido dilatarsi del
divario tra i 45 milioni di lavoratori in possesso di diploma e gli
80 milioni che ne sono privi”.
A livello di cifre e di dati è apparso che la paga oraria media di
un lavoratore senza diploma, tra il 1980 e il 2010, è calata negli
Usa del 14%, quella di chi aveva un diploma di scuola superiore
dell’8; chi ha una laurea l’ha vista crescere del 20%. Da qui la
corsa alla laurea che però subisce la pesante ostruzione della
disponibilità economica delle famiglie.
Studiare in Usa costa e c
osta anche in Italia, mentre, come
abbiamo già evidenziato, le scelte sul percorso di studio in
Italia, dopo la terza media, dipendono dal censo e quindi dalla
condizione economica delle famiglie.
Se lo Stato dunque non prende in mano questa pericolosa condizione
“culturale” del nostro Paese, c’è il reale rischio che questi
ricchi, che diventano sempre più ricchi, possano determinare,
assediando e conquistando le leve dell’istruzione e della cultura, i
futuri assetti politici, economici e culturali della Nazione.
Il rischio reale è dunque quello che si possa lasciare indietro la
stragrande massa di diseredati e di poveri che, non solo diventano
sempre più diseredati e sempre più poveri, ma anche meno istruiti e
quindi con meno diritti di cittadinanza, anche europea, oltre a
essere più controllabili e gestibili da parte di chi ha in mano più
istruzione e più cultura e quindi con il maggior potere che tale
condizione rilascia.
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