Un sussidio contro la povertà
(purché i figli studino)

da TuttoscuolaNews, n. 602 7.10.2013

Con la legge di stabilità per il 2014 il Governo introdurrà una sorta di reddito minimo: la misura di contrasto alla povertà è stata annunciata dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini in un’intervista a Repubblica. Il “sostegno di inclusione attiva” (proposta presentata dallo stesso ministro nelle scorse settimane come non immediatamente operativa) sarà introdotto con gradualità e prevederà una integrazione per chi ha un reddito sotto la soglia di povertà. Si tratta di una misura importante in tempi di crisi come questi, che potrebbe forse interessare anche insegnanti precari che riescono a mettere insieme poche ore di supplenze. Ma sono interessanti anche i requisiti che si pensa di fissare per avere accesso al sussidio: “il sostegno si riceverà solo a condizione che ci si attivi seriamente a cercare un lavoro e che, se si hanno figli, si mandino a scuola e si portino ai controlli medici”.

Un meccanismo suggerito anche nel secondo capitolo del dossier di Tuttoscuola “Sei idee per rilanciare la scuola”, riferito alla lotta agli abbandoni scolastici, nell’ambito di “incentivi e disincentivi, d’intesa con le famiglie”. Leggiamo: “Si potrebbe anche lanciare un programma di sostegno alle famiglie con difficoltà economiche (come è stato fatto in Brasile), o agli esodati o ai lavoratori in Cig, condizionando il sussidio al fatto che i figli continuino a studiare (condizione verificabile utilizzando in maniera appropriata l’anagrafe scolastica, finalmente disponibile)”. Ci fa piacere che il Governo stia andando in questa direzione.