Intese larghe, sentiero stretto

da Tuttoscuola, 21.10.2013

Per quel che si capisce, nel sempre ingarbugliato scenario della politica italiana sono in corso grandi manovre di riassestamento all’interno delle due forze che si sono alternate, da vent’anni a questa parte, alla guida del governo, il Pdl e il Pd. Fino a quando questo processo, che è anche di ricambio generazionale, non sarà completato, le ‘larghe intese’, cioè la stabilità della composita maggioranza che sostiene l’attuale governo Napolitano-Letta, non verranno meno.

Ma il sentiero sul quale il governo potrà e dovrà camminare è stretto perché stretti sono i suoi margini di manovra per effetto dei vincoli internazionali sulla finanza pubblica nazionale. Vincoli internazionali ai quali si aggiungono quelli interni derivanti dalla necessità di non scontentare componenti importanti della maggioranza su questioni come IMU, cassa integrazione, esodati.

Se il sentiero del governo è stretto, non è detto però che sia breve. E non solo per l’imminenza del semestre europeo a guida italiana e dell’Expo universale di Milano del 2015: alla fine della transizione in corso l’attuale ‘strana’ maggioranza potrebbe essere sostituita da una ‘normale’ grande coalizione tra un rinnovato centro-destra postberlusconiano che guarda al Partito popolare europeo e un rinnovato centro-sinistra post-ulivista, ancorato al socialismo europeo.

Come insegna l’esperienza di altri Paesi, uno dei terreni sui quali è più facile che le grandi forze popolari convergano è quello delle politiche educative e della ricerca. Le premesse ci sono anche in Italia. Dopo gli anni della grande cura dimagrante, da Padoa Schioppa a Tremonti-Gelmini (probabilmente inevitabile, anche se poteva e doveva essere fatta diversamente), la strada obbligata è ora quella dell’innovazione, della qualità, della rendicontazione sociale. Una strada sulla quale si era per alcuni aspetti avviato il ministro Profumo, inciampato poi su altri temi, e che sembra essere ben presente al ministro Carrozza.