Carrozza: i programmi della scuola media vanno rivisti di Alessandro Giuliani, La Tecnica della Scuola 22.10.2013 Carrozza: i programmi della scuola media vanno rivistiIl Ministro: ci vorrebbe una costituente della scuola italiana per aggiornarla. Nessuna anticipazione però sulle modifiche da apportare. Poi torna ad elogiare la riforma epocale di 50 anni fa: riuscì ad abbattere la separazione tra chi proseguiva gli studi e chi doveva andare a lavorare in maniera precoce. Un concetto che anche oggi rimane inamovibile. Il ministro dell'Istruzione, Maria Chiara Carrozza, torna a parlare di scuola media di primo grado. E a sostenere l’esigenza che il suo impianto a livello di programmi vada aggiornato. Con dei contenuti più pertinenti ai cambiamenti sociali, culturali e tecnologici degli ultimi anni. "Certamente la scuola media va rivista, come tutta la scuola italiana dovrebbe subire un ripensamento, ci vorrebbe una costituente della scuola italiana, deve essere aggiornata soprattutto nei programmi", ha detto il ministro, intervenuto il 22 ottobre alla trasmissione "Prima di tutto" su Radio Uno. "Quando la scuola media unica fu fatta fu una riforma - ha osservato il Ministro commentando l’anniversario dei 50 anni della scuola media - di portata veramente epocale, che ha inciso profondamente sull' idea che tutti dovessero avere accesso all'istruzione, e che non ci fosse una separazione tra chi proseguiva gli studi e chi doveva andare a lavorare in maniera precoce". Il responsabile del Miur non vuole però fornire anticipazioni sulle novità che vorrebbe introdurre e sulle materie che intende cancellare, ridimensionare o adeguare ad oggi. Carrozza si è soffermata anche sulle scelte troppo precoci a livello di corso di studi, promuovendo, seppure indirettamente, le modifiche apportate dalla riforma Gelmini alle superiori, dove dal 2009 è stato introdotto un biennio iniziale con i tre quarti delle materie comuni a tutti i corsi di studio: "i dati dimostrano ancora che non è vincente separare così presto le carriere degli studenti: la vocazione deve emergere più avanti per tutelare anche chi viene da classi sociali più in difficoltà". |