"La cultura è lievito per l'economia"
Visco: rilanciare scuola e università
Petruzzelli gremito, tanti i giovani delle
scuole superiori, per l'incontro 'Investire in conoscenza, cambiare
il futuro', il X Forum del libro. Il ministro della Cultura Bray:
'Mi preoccupa questo flusso continuo di nostri ragazzi costretti ad
andare fuori per costruire il loro futuro"
la Repubblica
di Bari, 19.10.2013
"La cosa che mi preoccupa è questo flusso continuo di nostri ragazzi
che sono costretti ad andare fuori per costruire il loro futuro.
Dobbiamo investire per migliorare sempre di più quelle che sono le
nostre università, il sistema scolastico". Il ministro della
Cultura, Massimo Bray, fa eco al governatore della Banca d'Italia,
Ignazio Visco, che a Basi per il X Forum del libro ha detto
chiaramente alla platea del Petruzzelli - gremito di ragazzi delle
scuole superiori - che studiare in Italia non conviene, perché la
percentuale di laureati che trova lavoro è come quella dei
diplomati. E' una fotografia impietosa quella che traccia convegno
dal titolo 'Investire in conoscenza, cambiare il futuro' organizzato
dalla Fondazione 'Con il Sud' e dal 'Forum del libro'.
"Io credo - ha sostenuto Bray - che ci siano dei sistemi di
scolarizzazione e formazione di ottimo livello e questo lo si deve
soprattutto al corpo insegnante al quale va il mio più vivo
ringraziamento. Anche loro in questo anno hanno continuato a
lavorare nonostante un'attenzione non del tutto rispondente al loro
impegno e alla loro professionalità". Sulle disparità tra i sistemi
formativi al Nord e al Sud, Bray crede che "le realtà universitarie
del Mezzogiorno siano di grande e particolare eccellenza, come
alcune del Nord". "Il nostro è un paese complesso - ha spiegato -
che va analizzato in profondità. E se si fa un'analisi attenta, i
luoghi di eccellenza sono nel Sud come nel Nord".
Visco: "Studiare conviene, ma in Italia conviene meno"
Di fronte ai ritardi italiani in materia di istruzione e di
competenze, "è fondamentale il rilancio della scuola e
dell'università", ha ammonito il gornatore di Bankitalia, secondo il
quale "risorse adeguate andrebbero previste per sistematiche azioni
di recupero e sostegno delle scuole in maggiore difficoltà,
concentrate nelle regioni del Mezzogiorno, e per il contrasto alla
dispersione scolastica". Si parla di cultura, di lettura, del potere
della conoscenza e dell'istruzione per il rilancio del Paese. "I
dati Eurostat mostrano che 'studiare conviene' perché rende più
probabile trovare un lavoro" - ha sottolineato il governatore - nel
2011 in media nell'Ue lavorava l'86% dei laureati contro il 77% dei
diplomati. "In Italia, tuttavia, studiare conviene meno - ha
aggiunto - per i laureati tra i 25-39 anni, la probabilità di essere
occupati era pari a quella dei diplomati (73%) e superiore di soli
13 punti percentuali a quella di chi aveva conseguito la licenza
media". Nonostante il livello di istruzione sia nel nostro Paese
mediamente basso, ad un grado più alto non corrisponde, come negli
altri Paesi avanzati, una remunerazione maggiore. E' il "paradosso"
tutto italiano indicato da Visco. "Ad un basso livello di istruzione
dovrebbe corrispondere, ceteris paribus, un rendimento della stessa
elevato, trattandosi di un fattore relativamente scarso. In Italia,
invece, a un basso livello di istruzione si associa una bassa
remunerazione", ha spiegato.
De Mauro: grave situazione di
analfabetismo in Italia
"Mi hanno fatto pensare tutti non tanto alle condizioni della nostra
scuola ma a quella della popolazione adulta. Non sappiamo bene cosa
fare. C'è una situazione grave, più grave che in altri Paesi, di
analfabetismo". Il linguista ed ex ministro della Pubblica
istruzione Tullio De Mauro è anche lui a Bari. "L'80% degli adulti -
dice - non è in grado di capire un articolo di giornale, come ha
detto il governatore di Bankitalia Visco. Personalmente ho
difficoltà a leggere i giornali italiani perché sono un pò inutili
per come sono scritti. Oggi abbiamo una media di 12,1 anni di
scolarità, come i maggiori Paesi sviluppati. Per sviluppare il Paese
i nostri politici hanno fatto la scelta dell'accumulo di capitali e
di realizzare le infrastrutture, in Giappone invece hanno fatto la
scelta del 'dovete studiare tutti'". De Mauro ha rilanciato l'idea,
indicata da Visco nel suo intervento, di trasformare le classi
scolastiche in "laboratori continui" in modo da costruire
"ricercatori permanenti".
Laterza: "Cultura è un lievito
dell'economia"
"Le persone migliori dell'economia, e certamente il governatore
della Banca d'Italia è fra questi, hanno sempre saputo che la
cultura è un lievito dell'economia. In realtà non c'è un divorzio,
le due cose sono strettamente legate". Lo ha detto l'editore
Giuseppe Laterza, a margine dell'incontro. "C'è ad esempio un modo
di dire, che molti adottano - ha ricordato Laterza - quando dicono
'si vota con il portafogli', cioè si vota secondo i propri
interessi. Ma il portafogli è un'idea. Già dipende se i miei
interessi li voglio fare oggi, subito, stasera o fra un anno, se
voglio fare gli interessi dei miei figli, e via dicendo. Quindi già
l'idea degli interessi è cultura, nel senso che implica una
elaborazione. Economia e cultura sono strettamente legate e non è un
caso che nei Paesi più ricchi si legga di più, si vada di più al
cinema, si vada su Internet". "Credo che oggi - ha concluso -
l'abbiamo probabilmente cominciato a capire anche in Italia, qui da
noi si fa un pò più fatica ma penso che si capirà".