Camera, la Commissione Cultura
perde di A.G. La Tecnica della Scuola 25.10.2013 Decisiva la bocciatura di un emendamento da lui presentato sul cambiamento di coperture economiche: Questo atto è dovuto solo ed esclusivamente alla mia coscienza politica. Non posso più accettare che le uniche coperture ai decreti vengano rinvenute con nuove tasse. Basta. Meno Stato, meno tasse. Colpo di scena nella VII Commissione Cultura della Camera: a poche ore dal termine della conclusione dei lavori sui centinaia di emendamenti presentati al D.L. sulla Scuola, il presidente della VII Commissione Cultura alla Camera, annuncia le sue dimissioni da relatore sul Decreto Scuola. "Mi sono appena dimesso – dice Galen poco prima delle ore 17 attraverso un ‘post’ pubblicato sulla sua pagina Facebook - da relatore del decreto scuola. Questo atto è dovuto solo ed esclusivamente alla mia coscienza politica. Non posso più accettare che le uniche coperture ai decreti vengano rinvenute con nuove tasse. Basta. Meno Stato, meno tasse". "Il mio - spiega - non è uno slogan politico, è una battaglia che non ho intenzione di abbandonare. Questo decreto prevede che le coperture vengano rinvenute con una nuova accisa, la tassazione su birra e alcolici. Con enormi difficoltà abbiamo trovato coperture alternative capaci di non deprimere un mercato ad alto tasso di imprenditoria giovanile, la birra artigianale, e soprattutto di non gravare ulteriormente sui cittadini. Non solo - prosegue - il mio emendamento proponeva di sanare una situazione già contestata dall'Antitrust e dall'Europa, una forma di concorrenza sleale attuata nel mercato delle Poste, Poste italiane non paga l'IVA sui prodotti di posta massiva mentre i privati sì. Ma noi - osserva - ascoltiamo l'Europa solo quando fa comodo a questo o all'altro. Purtroppo la sinistra non ha accettato. Io non intendo essere connivente a quello che considero un caso di scuola, ovvero, preferire di impoverire i cittadini piuttosto che lo Stato. Sono fedele ad un progetto e sono qua per rappresentarlo". "Adesso - conclude - potrei forzare la mano e far cadere tutti gli emendamenti che sono già stati votati ma non lo farò per rispetto al lavoro della commissione e soprattutto per rispetto ai ragazzi che aspettavano la reintroduzione di un diritto che gli avevano negato per errore, il bonus maturità. Ritenevo di dovere a tutti questa spiegazione: un parlamentare di Forza Italia si rifiuta di votare nuove tasse". |