Comunicazioni scuola-famiglia,
quelle on line sono ancora limitate

di A.G. La Tecnica della Scuola 29.10.2013

Il dato emerge da una ricerca presentata da Kion, società del Cineca specializzata in tecnologia per la didattica: il 97% dei 420 DS intervistati ammette di conoscere la Legge 135/2012, con l’invito ad utilizzare il registro elettronico e di inviare comunicazioni in formato elettronico. Ma il massimo risultato ottenuto sino ad oggi è l'inserimento di questi dati nel sito web della scuola (48%) e il loro invio tramite e-mail (40%).

L’interazione tra scuola e famiglie continua ad avvenire in prevalenza con modalità tradizionali. Come dire, il digitale può attendere. E non perché le scuole neghino l'importanza delle nuove tecnologie interattive. Il dato è emerso da un'indagine sul tema della comunicazione tra scuola e famiglie, realizzata coinvolgendo 420 dirigenti scolastici di istituti di ogni ordine e grado, presentata da Kion, società del Cineca specializzata in tecnologia per la didattica.

Quasi tutti i dirigenti (97%) affermano di essere al corrente della Legge 135/2012, che prevede, oltre all'“obbligo” (anche se sarebbe meglio chiamarlo invito) di introduzione del registro elettronico, anche l'invio delle comunicazioni agli alunni e alle famiglie in formato elettronico per l'anno 2013/14.

I risultati rivelano la consapevolezza, da parte degli intervistati, dell'impatto positivo che la comunicazione digitale può rivestire nell'ambito del rapporto scuola-famiglia, contribuendo ad "avvicinare docenti e genitori" (secondo il 32%) o a "fare maggiore chiarezza" (34%). Tuttavia, accanto alla persistenza di modalità di comunicazione "prevalentemente cartacee" (31%), l'uso della tecnologia digitale appare ancora limitato nei mezzi utilizzati e nell'accesso alle potenzialità disponibili. Infatti, per il 69% degli intervistati che affermano di ricorrere alla "comunicazione digitale" (il 46% insieme alla carta, il 23% in "modo prevalente"), ciò si traduce soprattutto nell'utilizzo del sito web della scuola (48%) e della posta elettronica (40%), con percentuali minori per Sms (8%) e gestionali per la scuola (2%).

In sostanza - spiegano i ricercatori - "è un approccio definito 'digitale' esclusivamente per la natura dei canali utilizzati, ma che resta ancorato a uno schema in cui la scuola è il soggetto 'erogatore di comunicazioni' a cui l'utente deve adeguarsi, senza una logica di reciprocità e di personalizzazione che le stesse scuole citano come richieste provenienti dalle famiglie". I dirigenti intervistati, infatti, affermano di ricevere dalle famiglie richieste generali di "maggiore interazione" (32%) e di "maggiore puntualità" (30%) nella comunicazione da parte della scuola, e in modo specifico il desiderio di ricevere "comunicazioni digitali" su aspetti organizzativi (36%) o relativi alla carriera dello studente, come assenze, voti e rendimento (36%).