Liceo Breve, diploma in 4 anni:
esperimento in tre scuole lombarde
di Vincenzo Pascuzzi, 27.10.2013
Rispondo puntualmente alla e-mail del genitore G.S.
(*),
così il mosaico o puzzle può cominciare a rilevare il suo disegno.
Mi riprometto però di indicare in una prossima nota alcune questioni
generali che sono sullo sfondo e costituiscono lo scenario, che è
complesso e articolato.
Non ho ancora letto le repliche degli altri docenti.
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«gli argomenti principali sulla scuola che ho letto ,
sono: no all'invalsi e difesa delle cattedre dei docenti. E
in questa ultima e-mail la ciliegina sulla torta [cioè il
liceo breve a 4 anni].»
Sì e no. L’argomento principale della ml (o delle due ml) è
la difesa e la realizzazione di una scuola pubblica statale
efficiente come previsto in costituzione: “Ricomincio dal 3.
L'art. 3 e l'art. 33 della costituzione e i principi che li
hanno ispirati, sono i riferimenti di questo gruppo che ha
come obiettivo il rilancio della Scuola della Costituzione,
una Buona Scuola per la Repubblica che sia garanzia per il
futuro delle giovani generazioni e del paese tutto”.
Il no all’Invalsi è un no ai test attuali e forse va
rispiegato ma è in funzione della scuola pubblica statale
davvero efficiente. La difesa delle cattedre è inscindibile
da una scuola efficiente e su questo argomento c’è
sensibilità acuita dall’esperienza vissuta a partire dal
2008 con i famigerati tagli di Gelmini (un vero massacro che
richiederà forse decenni per essere rimediato).
Il liceo breve è inquietante novità di questi giorni con già
importanti e motivati commenti; vedere, ad esempio, “Fritto
misto all’italiana” di Franco Labella (1) e il comunicato
della Flc Lombardia (2). |
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«Come possiamo pensare di far uscire i ragazzi un anno
prima se c'è crisi e non c'è posto di lavoro.»
C’è sicuramente anche questo aspetto non trascurabile ma che
non è prioritario o essenziale, a mio giudizio . |
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«Ma quale è la cosa importante della scuola? Perché la
scuola esiste? Di certo non per dare lavoro agli
insegnanti.»
Alle domande viene data risposta valida e condivisa nella
frase successiva. Il riferimento al lavoro degli insegnanti
inserito in questa risposta, nel senso che una scuola che
funzioni e soddisfi ragazzi e genitori implica
necessariamente il lavoro professionale degli insegnanti,
non si discute. Diverso il caso di una scuola che non
funziona e che perciò può implicare lavoro inutile e
pretestuoso. |
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«La scuola esiste perché i ragazzi possano formarsi e
avere delle competenze che gli permettano di affrontare nel
migliore dei modi il futuro che li attende. La scuola
primaria e secondaria di primo grado per affrontare bene la
scuola secondaria di secondo grado. La scuola secondaria di
secondo grado per affrontare nel migliore dei modi
l'università o il mondo del lavoro.»
Perfetto! |
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«Quindi parlando di licei brevi la domanda che mi viene
spontanea non è certo quante cattedre si possono guadagnare
o perdere o se durando un anno in meno si avranno più
disoccupati. La domanda da porsi è se 4 anni sono
sufficienti per ottenere un risultato positivo nei ragazzi.
Una volta risposto a questa domanda ci si può interrogare
sul numero di cattedre o su altro.»
A me è venuta spontanea un’altra domanda: “perché questa
ipotesi, anzi questa realtà, è comparsa all’improvviso, come
un fungo, quando è già in attuazione e senza discussioni e
coinvolgimenti?”. Mi sembra strano e sospetto che lo Stato
sperimenti – almeno così dice, ma il successo della
sperimentazione è annunciato e scontato già in partenza –
presso le scuole private paritarie che hanno condizioni di
funzionamento privilegiate e particolari, tipo: 20 alunni
per classe, super attrezzature, rigidità disciplinare, ecc.
e rette annuali di 8 o 9.000 euro.
Singolare che con questa sperimentazione, come con quelle
Invalsi, non ci sia un soggetto terzo che le verifichi! Lo
stesso sperimentatore ne annuncerà il sicuro successo, anzi
nemmeno si prenderà cura di questo adempimento formale.
Inoltre, lo Stato e il Miur da soli non possono separare
l’eventuale liceo breve dalla sorte dei docenti che
risultassero in esubero. E poi come fidarsi di Stato e Miur
che, nel passaggio da un governo all’altro, avanzano e si
rimangiano riforme sbandierate come epocali? Da ultimo
vedere il bonus maturità revocato e ripristinato nel volgere
di pochi giorni. |
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«Ho sentito parlare molto male dell'invalsi. Non entro
nel merito ma di sicura un sistema di valutazione delle
scuole serve. Non va bene l'invalsi, ok mi sta bene. Ma
serve anche che vi siano delle risposte concrete a come si
può valutare la scuola.»
Non è in discussione l’opportunità o la necessità di
valutare scuole, docenti, presidi, ecc., ma non si riconosce
– come già detto - agli attuali test Invalsi questa
prerogativa, sia pur limitata a due sole materie. Si deve
valutare per migliorare non solo per eventualmente punire o
mettere in soggezione o indurre alla didattica finalizzata
ai test o quiz. E poi Invalsi non ha strutture, né
personale, né modalità condivise atte a gestire le prove, né
a minimizzare le copiature o cheating. E poi chi controlla
l’Invalsi? A chi risponde l'Invalsi? Chi lo garantisce?
Perché non c’è trasparenza? Perché è ancora commissariato?
Perché utilizza personale precario anche da decenni? E
quanto costano le sue rilevazioni. |
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«E' difendibile una maestra che dopo 5 anni di inglese in
una scuola primaria porta i suoi ragazzi ad un livello tale
che al di là di qualche canzoncina in inglese non sanno e
non sarebbero in grado di entrare in un negozio a chiedere
un Kg di pane.»
Ok. Sembra che tutto o quasi l’inglese insegnato a scuola si
trovi in condizioni simili. È questione da porre al Miur che
deve-dovrebbe provvedere. Mi sembra che proprio il Miur,
qualche anno, fa abilitò forzosamente le maestre a insegnare
l’inglese con meno di 80 ore di corso! Ho letto che in Corea
del Sud vanno negli Usa a reclutare docenti di madre lingua.
Per infierire sull’Invalsi: in 10 anni di attività non ha
ancora documentato questa situazione che pure è riconosciuta
da molti! |
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«I bravi docenti, e sono tanti, sono da difendere a spada
tratta e senza remore ma i cattivi docenti, e anche se in
percentuale minore ci sono, devono essere aiutati a
migliorare. E come non tutti possono fare i cuochi se non
hanno la passione e il talento per farlo, alcuni dei docenti
che oggi si siedono alle cattedre della scuola, pochi anzi
pochissimi è vero, non possiamo certo dire che abbiano la
passione e il talento per fare gli insegnanti.»
D’accordo. Però questa osservazione “i bravi docenti che
sono tanti” contrapposti “ai pochissimi cattivi docenti”
appare reiterata in altri contesti, articoli, occasioni. Per
cui – forse errando o inconsapevolmente prevenuto e
diffidente – la percepisco diversamente da come è
letteralmente scritta. Insomma, vedo che c’è chi
pesantemente dà addosso alla categoria con riferimento
esagerato ai cattivi docenti e poi quasi per recuperare, per
bilanciare, o per consolazione riconosce che sì ci sono i
bravi docenti e sono in maggioranza, però …. Mi appare quasi
un furbastro, sgradevole, inutile “parlare a nuora perché
suocera intenda” o un improprio “lanciare il sasso e
nascondere la mano”. Vorrei davvero essere in errore.
Non dimentichiamo che le c.d. riforme Gelmini, a partire dal
2008, sono state precedute e preparate da massicce campagne
di disinformazione con slogan tipo “in Italia ci sono troppi
docenti” (3) in cui effetti permangono ancora.
Inoltre ora sembra che “E' iniziata la seconda campagna
diffamatoria contro i docenti, per predisporre l'opinione
pubblica a giustificare e, anzi, postulare l'introduzione
dell'orario a 24 ore (siamo lavativi, abbiamo tre mesi di
ferie, siamo privilegiati, facciamo il lavoro delle
casalinghe e dei falliti) e della retribuzione "premiale"
(più soldi a chi lavora anche la notte, a chi lava i cessi
della scuola, a chi fa il mastino delatore dei colleghi e il
tirapiedi del preside-padrone)... “ (4) |
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«Quando si mettono i diritti degli insegnati sempre e
comunque davanti ai diritti degli alunni credo che la scuola
non stia funzionando come dovrebbe.»
Affermazione non vera da respingere. Né nei fatti, né nelle
intenzioni mi risulta che i diritti degli alunni sono
“sempre e dovunque” (!) sacrificati a vantaggio dei diritti
dei docenti, anzi “La scuola si regge in piedi per il grande
lavoro dei docenti” (5) e la situazione dei docenti e di
demotivazione stra-motivata e alcuni la denunciano
chiaramente(6) (7).
È pacifico che la scuola non sta funzionando come dovrebbe
ma ciò non per responsabilità principale dei docenti .
Caratteristica dei ministri e dei politici è quella di
decidere e operare senza ascoltare la categoria che vive la
scuola reale. Ad esempio, è rivelatore cosa scrive un
docente sul suo blog: “Voglio illudermi di pensare che
queste mie osservazioni, espresse in un semplice blog,
possano essere lette da qualcuno dei funzionari ministeriali
preposti all’organizzazione degli esami di Stato, il quale
ci rifletta sopra. Forse, appunto, è un’illusione, ma da
qualche parte dobbiamo pur cominciare per far sentire la
nostra voce, la voce di chi ha vissuto tutta la vita nella
scuola e che quindi, senza supponenza, una certe esperienza
deve pur averla maturata” (8). |
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«Spero di non aver offeso nessuno e vi assicura che sono
dalla parte della maggior parte degli insegnati, ma anche
con tutta la buona volontà ritengo che diano fondamenta al
detto che si impara nonostante i docenti.»
Sicuramente non c’è niente di offensivo! E anch’io spero di
non aver offeso nessuno con quanto scritto.
Noto che la frase finale ha assorbito e risente
dell’identificazione “scuola = docenti” (con il corollario
“scuola va male = colpa dei docenti”) divenuta senso comune,
un alibi comodo assolvente o auto-assolvente. Propongo
questa variante: “si può imparare anche a scuola” (un po’
come “il vino si anche con l’uva”), dove nella scuola ci
sono anche i docenti, ma c’è anche tutto il resto (alunni,
genitori, ata, presidi, provveditori, la burocrazia, fino al
ministro e al governo; ci sono anche le strutture, le
risorse, i programmi o indicazioni, la normativa, gli
scrutini, gli esami, …. |
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LINK
(1 ) Fritto misto all’italiana
http://profumodiscuola.com.unita.it/scuola/2013/10/26/fritto-misto-allitaliana/
(2) In Lombardia partono i licei brevi. Diploma in 4 anni. Meno
tempo scuola, meno istruzione. L’esatto contrario di ciò che chiede
l’Europa
http://informazionescuola.it/2013/10/26/comunicato-stampa-in-lombardia-partono-i-licei-brevi-diploma-in-4-anni-meno-tempo-scuola-meno-istruzione-lesatto-contrario-di-cio-che-chiede-leuropa/
(3) Le dieci bugie della Gelmini
http://icdo-nogelmini.blogspot.it/2011/10/10-bugie-di-giuseppe-caliceti.html
(4) Campagna diffamatoria
http://www.didaweb.net/fuoriregistro/leggi.php?a=16658 )
(5) Lettera aperta al ministro Carrozza
http://aldodomenicoficara.blogspot.it/2013/10/caro-ministro-la-scuola-si-regge-in.html
(6) Docente demotivata 2
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=49579&action=view&c
(7) Docente demotivata
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=49558&action=view&c
(8) L’esame di Stato: c’è qualcosa da cambiare?
http://profrossi.wordpress.com/2013/10/22/lesame-di-stato-ce-qualcosa-da-cambiare/
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(*) SCRIVE UN GENITORE
Mail in risposta a “Liceo Breve, diploma in 4 anni: esperimento in
tre scuole lombarde”
http://www.net1news.org/politica/liceo-breve-diploma-in-4-anni-esperimento-in-tre-scuole-lombardi.html
di G.S. – 24 ottobre 2013
Scusate se il discorso che segue non è molto articolato, sono
semplicemente un genitore con maturità professionale. Non sono
abituato a fare grandi discorsi per cui sintetizzo dei concetti.
Sono assolutamente d'accordo con valorizzare i docenti per cui
quello che dirò non prendetela come un attacco alla categoria.
Leggo in questa mailing list e gli argomenti principali sulla scuola
che ho letto , correggetemi se sbaglio, sono:
no all'invalsi e difesa delle cattedre dei docenti. E in questa
ultima email la ciliegina sulla torta. Come possiamo pensare di far
uscire i ragazzi un anno prima se c'è crisi e non c'è posto di
lavoro.
Ma quale è la cosa importante della scuola? Perché la scuola esiste?
Di certo non per dare lavoro agli insegnanti. La scuola esiste
perché i ragazzi possano formarsi e avere delle competenze che gli
permettano di affrontare nel migliore dei modi il futuro che li
attende. La scuola primaria e secondaria di primo grado per
affrontare bene la scuola secondaria di secondo grado. La scuola
secondaria di secondo grado per affrontare nel migliore dei modi
l'università o il mondo del lavoro.
Quindi parlando di licei brevi la domanda che mi viene spontanea non
è certo quante cattedre si possono guadagnare o perdere o se durando
un anno in meno si avranno più disoccupati. La domanda da porsi è se
4 anni sono sufficienti per ottenere un risultato positivo nei
ragazzi. Una volta risposto a questa domanda ci si può interrogare
sul numero di cattedre o su altro.
Ho sentito parlare molto male dell'invalsi. Non entro nel merito ma
di sicura un sistema di valutazione delle scuole serve. Non va bene
l'invalsi, ok mi sta bene. Ma serve anche che vi siano delle
risposte concrete a come si può valutare la scuola. E' difendibile
una maestra che dopo 5 anni di inglese in una scuola primaria porta
i suoi ragazzi ad un livello tale che al di là di qualche canzoncina
in inglese non sanno e non sarebbero in grado di entrare in un
negozio a chiedere un Kg di pane.
I bravi docenti, e sono tanti, sono da difendere a spada tratta e
senza remore ma i cattivi docenti, e anche se in percentuale minore
ci sono, devono essere aiutati a migliorare. E come non tutti
possono fare i cuochi se non hanno la passione e il talento per
farlo, alcuni dei docenti che oggi si siedono alle cattedre della
scuola, pochi anzi pochissimi è vero, non possiamo certo dire che
abbiano la passione e il talento per fare gli insegnanti. (potrei
anche fare tanti esempi pratici e reali ma credo che ognuno di noi
abbia in mente qualche persona)
Quando si mettono i diritti degli insegnati sempre e comunque
davanti ai diritti degli alunni credo che la scuola non stia
funzionando come dovrebbe.
Spero di non aver offeso nessuno e vi assicura che sono dalla parte
della maggior parte degli insegnati, ma anche con tutta la buona
volontà ritengo che diano fondamenta al detto che si impara
nonostante i docenti.
G. S.
+++++++
LA PRECEDENTE RISPOSTA
di V.P. 25 ottobre 2013
molto interessante! mi riprometto di rispondere, ma mi occorre un
po' di tempo.intanto osservo: 1) quale dovrebbe essere il ruolo e la
strategia del miur? non dimentichiamo che esiste il miur. 2) i vari
argomenti proposti costituiscono tessere di un mosaico o puzzle ed è
questo che bisogna individuare e avere come riferimento; 3) il liceo
a 4 anni è stato autorizzato da carrozza l'8.8.2013 all'insaputa di
tutti o quasi: ciò non mi sembra normale.
saluti,
25.10.2013
v.p.
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