Legge stabilità: blocco degli stipendi
ma soldi per le scuole paritarie
Il testo varato dal governo, emendabile in
Parlamento, prevede anche un finanziamento aggiuntivo di 150 milioni
per le università e la possibilità di fare più assunzioni negli
atenei e nei centri di ricerca
di Salvo Intravaia,
la Repubblica
scuola
30.10.2013
In arrivo 220 milioni per le scuole
paritarie ma si bloccano anche per il 2014 gli stipendi del
personale della scuola. La legge di Stabilità approda al Senato e
dopo tantissime indiscrezioni, revisioni e aggiunte dell'ultimo
momento il suo contenuto è finalmente noto. Una manovra che sembra
scontentare tutti, ma che secondo diversi membri del governo può
essere modificata in Parlamento. Ecco cosa prevede per scuola,
università e ricerca.
Scuola paritaria. Dopo
tante lamentele, anche da parte di illustri esponenti del clero
italiano, e il rischio di chiusura della maggior parte delle scuole
paritarie italiane, arrivano 220 milioni di euro per il 2014 a
favore degli istituti non statali. Soldi che compensano parzialmente
i tagli effettuati nel corso degli ultimi anni al budget di 539
milioni di euro (dato 2007). I fondi erogati nel 2013 sono stati
pari a 260 milioni di euro e con i 220 previsti dalle legge di
stabilità si arriverebbe a 480: ancora pochi per i gestori delle
paritarie e anche troppi per coloro che non immaginano alcuna sorta
di finanziamento pubblico alle scuole private.
Contratto della scuola e scatti
stipendiali. Gli stipendi del personale della scuola
resteranno bloccati ancora per due anni. Niente scatti automatici,
come prevederebbe il contratto della scuola. Ma non solo. Per tutto
il pubblico impiego non sarà possibile rinnovare i contratti scaduti
e in scadenza, se non per la parte normativa. Disposizione che per
la scuola è particolarmente pesante perché il contratto è scaduto da
quasi quattro anni e le retribuzioni di insegnanti e non docenti (Ata)
si sono nel frattempo svalutate del 12/15 per cento. Una situazione
che i sindacati non esitano a definire come "doppia penalizzazione".
Per questa ragione, Flc Cgil, Cisl e Uil scuola, Snals e Gilda hanno
indetto una manifestazione per il 30 novembre e andranno allo
sciopero di un'ora di lezione articolato in date diverse su base
regionale.
Sulla vicenda degli scatti automatici -
il primo dopo tre anni, gli altri ogni sei - sugli stipendi dei
docenti e del personale Ata della scuola si è consumato nei giorni
scorsi un piccolo giallo. Nella legge di stabilità non c'è una norma
specifica che blocca gli scatti stipendiali del personale della
scuola, ma solo un generico provvedimento che congela gli aumenti di
stipendio per tutti i dipendenti della pubblica amministrazione. In
più, la legge dello scorso mese di luglio che prevedeva il blocco
degli scatti anche per docenti e Ata non era stata ancora pubblicata
in Gazzetta. Ma nella relazione tecnica allegata al disegno di legge
di stabilità, si fa riferimento esplicito alle norme che decretano
il blocco degli scatti automatici. Un mezzo pasticcio che il governo
ha pensato di risolvere pubblicando in Gazzetta la legge che blocca
gli scatti per tutti i pubblici dipendenti.
Fondo di finanziamento ordinario e
fabbisogno delle università. Dopo essere stato
decurtato pesantemente - 760 milioni in appena quattro anni, che
rappresentano una sforbiciata superiore al 10 per cento rispetto
ai 7.450 milioni di euro del 2009 - dall'ex ministro
dell'Economia Giulio Tremonti, si apre uno spiraglio per gli atenei
italiani che sono costretti a rivolgersi sempre più agli studenti -
e alle loro famiglie - per evitare il default. La legge di stabilità
prevede un finanziamento aggiuntivo di 150 milioni di euro per il
2014 che andranno a sommarsi agli attuali 6.690 milioni di euro
previsti per il 2013.
Una situazione che nei mesi scorsi ha
indotto la Crui - la Conferenza dei rettori - a lanciare un grido
d'allarme sulla tenuta dei conti di parecchi atenei. I 150 milioni
previsti dalla legge di stabilità rappresentano ossigeno puro per le
casse delle università più in difficoltà ma sono poca cosa rispetto
ai 760 milioni tagliati in appena quattro anni. Mentre, per evitare
i possibili effetti dovuti alla modica delle regole di calcolo
sull'intero fabbisogno finanziario annuale del sistema universitario
nazionale, il governo per il 2014 incrementa del 3 per cento il
budget dell'anno 2013.
Durata delle specializzazioni mediche.
Dal 2014/2015 per specializzarsi in medicina, dopo i sei anni
di laurea magistrale, sarà sufficiente seguire un corso di quattro
anni e non più di cinque com'è avvenuto finora. Fermo restando la
facoltà degli atenei di stabilire una diversa durata delle
specializzazioni mediche fino al massimo di cinque anni.
Assunzioni all'università e negli enti
di ricerca. Sarà possibile a partire dal 2016
assumere più docenti e ricercatori. La norma attuale prevede un turn
over bloccato al 50 per cento dei pensionamenti. Dal 2016 si passerà
al 60 per cento, nel 2017 all'80 per cento e nel 2018 si potranno
sostituire tutti gli insegnanti e i ricercatori che andranno in
pensione.
Dismissioni. E'
prevista l'individuazione dei beni immobili di proprietà dell'Indire
- l'Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca
educativa - da trasferire all'Agenzia del demanio per la successiva
dismissione.
Ricerca.
E dopo i tagli del precedente governo, la ricerca scientifica
potrà contare ancora sul rifinanziamento del 5 per mille sulle
dichiarazioni dei redditi 2013. A partire da gennaio saranno
disponibili 400 milioni di cui una parte potranno essere utilizzati
per il finanziamento della ricerca scientifica e dell'università e
per il finanziamento di progetti di ricerca in ambito sanitario.