Il balletto delle coperture
mette a rischio il Dl istruzione
di P.A. La
Tecnica della Scuola
21.10.2013
Ancora tuona, ma potrebbe al più presto piovere
sul decreto istruzione, sotto le nuvole delle coperture finanziarie
rappresentate delle accise sugli alcolici e le bibite
Il provvedimento
(n. 104 del 12 settembre scorso) che prevede tra l'altro il
cosiddetto welfare dello studente, norme da hoc per i dirigenti
scolastici, fondi per ridurre la spesa per i libri di testo, la
lotta alla dispersione scolastica e la tutela della salute a scuola,
dovrebbe essere licenziato questa settimana dalla commissione
Cultura della Camera per poi passare all'Aula di Montecitorio con il
rischio di lasciare al Senato solo due settimane per la seconda
lettura e la conversione in legge, che dovrà arrivare prima dell'11
novembre prossimo.
Tuttavia, a parte questo travagliato iter “temporale”, il Sole 24
ore pubblica che ci sono ben altri nuvoloni. Tra questi da riparare
c'è quello della copertura del decreto legge in parte assicurata
dall'aumento delle aliquote di accisa sulla birra, sui prodotti
alcolici intermedi e sull'alcol etilico. Un aumento che, secondo
quanto prevede la relazione tecnica all'articolo 25 del decreto
d'urgenza, dovrà garantire maggiori entrate erariali per 13,3
milioni nel 2013, 147,8 milioni nel prossimo anno, nonché 229,4
milioni per l'anno 2016 e 224, 6 milioni a decorrere dall'anno 2017.
A chiudere l’ombrello ci sarebbe pure l’intervento del relatore al
decreto legge, Giancarlo Galan (Pdl), tanto da spingerlo a
presentare un emendamento che sostituisce integralmente le
coperture. Ma questo parapioggia, scrive sempre Il Sole, potrebbe
rilevarsi anche peggio.
L'emendamento Galan, infatti, evitando l'aumento delle accise,
dovrebbe garantire le corrispondenti risorse indicate dal Governo
nel Dl attraverso l'applicazione dell'Iva al 22% a quasi tutti i
servizi resi da Poste Italiane senza possibilità di rivalsa sul
cliente e quindi accollandosene il relativo costo.
Entrate insufficienti per l'Erario
Se da un lato l'emendamento Galan appare in linea con il parere reso
dalla commissione Finanze della Camera, dall'altro la proposta di
puntare sull'aumento dell'Iva al 22% sui prodotti postali non
determina gli effetti finanziari attesi, ossia le maggiori entrate
per l'erario occorrenti per compensare l'eliminazione degli aumenti
delle accise, mentre la modifica prospettata con l'emendamento Galan
esporrebbe l'Italia alle censure comunitarie ai sensi dell'articolo
258 Tfue.
È opportuno ricordare infine, dice sempre Il Sole 24 Ore, che
l'emendamento Galan sulle coperture, come detto, ricalca in toto un
emendamento che la scorsa estate in occasione del Dl n. 76 ha già
subito lo stop in partenza della Commissione Bilancio di Palazzo
Madama per i maggiori oneri che generava e quindi non ritenuto in
grado di assicurare le risorse attese.
Una questione di non poco conto, se si considera che il
provvedimento arriverà, come indicato, all'esame del Senato quasi al
limite del tempo massimo per la conversione in legge e quindi con
poche possibilità di essere modificato per una terza lettura. Ma,
nel caso in cui dovesse passare alla Camera la proposta Galan (anche
se va detto che la Commissione Bilancio della Camera ancora si deve
esprimere), di fronte ad una disposizione che la Commissione
Bilancio del Senato ha ritenuto contraria all'articolo 81 della
Costituzione, una terza lettura sarebbe inevitabile, con tutti i
rischi di decadenza del decreto "istruzione".