Riforma pensioni Letta 2013: ultime notizie prepensionamento militari e Quota 96
Dottor Tecnologia 5.11.2013
Si brancola ancora nel buio per la risoluzione del problema delle pensioni dei Quota 96 del comparto scuola e dei lavoratori precoci; per i primi sarà necessario attendere ancora la diffusione dei dati che risulteranno dal censimento voluto dal ministero mentre per i lavoratori precoci e per coloro che svolgono mansioni usuranti, il governo non pare abbia preso al momento alcuna posizione.
Quando finalmente sarà reso noto il conteggio definitivo dei Quota 96 della scuola aventi diritto alla pensione si potrà finalmente valutare l’ammontare necessario per sbloccare la situazione generata da un errore insito nella riforma Fornero, che non considerando la peculiarità dell’anno scolastico, aveva di fatto bloccato l’accesso alla pensione a coloro che ne avevano maturato il diritto.
Si spera che i dati che proverranno dalla ricognizione ministeriale possano essere inferiori rispetto alle stime dell’Inps che aveva conteggiato 9 mila lavoratori.
Inspiegabile è invece la mancanza di presa d’atto da parte dell’esecutivo per quanto riguarda lavoratori precoci e usuranti, che nonostante la necessità evidente di una radicale riforma della legge Fornero, come di recente ribadito da Pittella del PD, vengono sistematicamente ignorati.
Certo la mancanza di risorse necessarie per arginare il problema non agevola la questione, ma ciò che si registra come dato negativo più di ogni altro è la scarsa convinzione da parte del governo nel voler prendere di petto la situazione.
I Quota 96 invece hanno una marcia in più che potrebbe derivare dalla sentenza che sarà pronunciata il 19 novembre che potrebbe diventare esemplare per tutta la categoria e in quella giornata il Comitato Quota 96 ha indetto una manifestazione al Cesp di Roma (Centro studi per la scuola pubblica) affinchè possa essere inserito un emendamento specifico che li riguardi all’interno della Legge di Stabilità.
Il governo Letta deve ora anche dedicarsi al prepensionamento dei militari in base al comma sesto dell’articolo 2209; in base a questo i militari che hanno compiuto i 50 anni possono ritirarsi dal servizio grazie allo scivolo fiscale che consente loro di percepire l’85 % dello stipendio; inoltre poiché la pensione non fa cumulo, in teoria ci si potrebbe dedicare contemporaneamente ad un’altra attività lavorativa. Questa norma inserita nel codice dell’ordinamento militare andrebbe certamente modificata così come è in programma una riduzione graduale del numero di militari da spalmarsi nei prossimi 12 anni.
Il nuovo esecutivo dunque dovrà occuparsi del trasferimento del personale militare ad un altro ministero anche per ciò che concerne questa questione e cioè prepensionamento ed esenzione dal lavoro.