Istruzione, un altro pezzo di Gelmini se ne va

  Repubblica La scuola siamo noi, 1.11.2013

Un altro pezzo di Gelmini, uno dopo l'altro, esce dalla scuola italiana, dall'università, dalla ricerca. Il ministro Maria Chiara Carrozza ha seppellito  -  per decreto  -  i progetti bandiera della ricerca finanziata. Non ci sono soldi extra per farli partire, meglio destinare le poche risorse pubbliche della ricerca di eccellenza direttamente agli enti. Chi meglio ricerca, più fondi avrà. Nessun progetto speciale.

Undici mesi fa c'è stata l'ultima bocciatura: il progetto bandiera "SuperB" in carico all'Istituto nazionale di fisica nucleare veniva cancellato per incompatibilità con i limiti di spesa del Piano nazionale della ricerca. Una revisione dei costi del progetto, curata da un comitato di esperti internazionale, aveva quantificato in un miliardo di euro il suo costo, a fronte dei 650 milioni inizialmente stimati (250 si sarebbero presi direttamente dal fondo di finanziamento degli enti di ricerca). In quella occasione, l'ex ministro Francesco Profumo aveva offerto all'Istituto di fisica nucleare la possibilità di presentare un piano alternativo da finanziare, al massimo, con i 250 milioni del fondo. Non partirà nulla.

La Carrozza già in campagna elettorale scriveva (all'Huffington Post): "Non ha senso parlare di progetti bandiera ottenuti sottraendo soldi dal Fondo ordinario in modo incoerente e senza un piano definito, quei progetti vanno finanziati con risorse aggiuntive e vanno stabiliti secondo priorità condivise". Le risorse aggiuntive non sono mai arrivate e, come ha rivelato l'Associazione nazionale professionale per la ricerca (Anpri), nel decreto scuola varato dal governo e che ha appena superato il percorso alla Camera si è messo per iscritto che una quota non inferiore al 7 per cento del Fondo di finanziamento degli enti di ricerca sarà destinata "in modo premiale" mentre i quattordici "progetti bandiera" varati e mai partiti (attingevano per l'8 per cento ai fondi statali) ora vengono ammainati. Un altro pezzo di Gelmini accantonato, a due anni dalla fine del Berlusconi IV.

Con i 42 milioni del "SuperB" non spesi l'Istituto di fisica nucleare sta chiedendo al ministero di poter investire nei propri laboratori nazionali, in particolare quelli che sviluppano macchine acceleratrici. Purtroppo, in una battaglia al ribasso tra la povera ricerca italiana e la povera università, in Commissione cultura della Camera c'è chi sta provando a dirottare quella cifra agli atenei statali.