Ieri l’Italia bocciata dall’Ue 11 volte:
un primato

di P.A. La Tecnica della Scuola 21.11.2013

Ben 11 volte in un giorno, scrive La Stampa, che è un primato per l’Italia, bocciata dalla Commissione Ue che minaccia il deferimento alla Corte di Giustizia.

Un assaggio? Eccolo: non trattiamo i precari della scuola pubblica come gli assunti a tempo pieno, ritardi nell’adeguarci alle norme contro la tratta degli esseri umani, le medicine sono prive della tutela dal rischio falsificazione e i passeggeri che viaggiano in treno non possono contare su un’autorità che tuteli i loro diritti.

E in più, scrive il quotidiano, l’ultimo rapporto sull’applicazione del diritto comunitario pone l’Italia in testa alla classifica delle infrazioni, erano 99 alla fine del 2012, comprese 17 procedure da ritardato recepimento. Per fare il confronto, la Francia ha 63 contenziosi aperti, la Germania 61, l’Olanda 41. La differenza è palese, come pure si evince dalle denunce dei cittadini, altra graduatoria su cui il sistema italico svetta: ne abbiamo incassate 438; la Spagna, seconda, è quota 309.

Ora ci ritroviamo gli undici «pareri motivati» e ieri ne sono state aperte altre sei, con lettere di messa in mora, fra queste, secondo quanto risulta a La Stampa, ce n’è anche una per l’inadeguata gestione delle scorie radioattive sul territorio nazionale. Il fantasma di Caorso, per intenderci.

C’è poi una questione che risale agli Anni Novanta, soldi sociali erogati a chi non ne aveva diritto. Bruxelles propone una mora giornaliera di 24.578 euro per ogni giorno trascorso dalla sentenza della Corte e la piena conformità da parte dello Stato o la seconda sentenza della Corte. Nonché il pagamento d’una penalità decrescente di 187.264 euro per ogni giorno trascorso dalla sentenza fino all’attuazione.

Da evidenziare, fra le altre, la mancata norma per proteggere i farmaci e anche l’attuazione delle norme in materia di stoccaggio del mercurio metallico considerato rifiuto. E poi che abbiamo due mesi per rendere uguale part-time e assunti a tempo indeterminato nella Pubblica istruzione. Che è aperta anche la norma sulla prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario. Così non è forse un caso se il Consiglio dei ministri deve esaminare otto norme di attuazione comunitaria. La tratta degli umani è compresa. Sarebbe una di meno. Un passo avanti, importante non solo in nome dell’Europa.