Riforma pensioni Letta 2013:
ultime notizie Legge stabilità, Quota 96,
lavoratori precoci e prepensionamento militari

Dottor Tecnologia 12.11.2013

Il Pd propone all’interno della Legge di stabilità una serie di emendamenti numerosi ed articolati tanto che se fossero approvati costerebbero circa un miliardo di euro in più: si va dal pensionamento per i disoccupati a 62 anni con i contributi che hanno versato, alla tutela degli esodati, all’aumento dei criteri della solidarietà, all’allargamento del cuneo fiscale passando per le agevolazioni alle imprese.

In base a quanto affermato dal senatore Giorgio Santini sono previsti emendamenti per bloccare le deindicizzazioni delle pensioni fra 1500 e 3000 euro lorde adottando “un meccanismo più incisivo del contributo di solidarietà del 5% che parta da chi riceve 90 mila euro annui” piuttosto che 150 mila come ora stabilito; ed aggiunge che: “vogliamo recuperare in parte la deindicizzazione. Farlo del tutto avrebbe un onere troppo alto”.

Del resto in quest’ottica si inserisce anche la proposta di consentire l’accesso alla pensione con le regole precedenti alla riforma Fornero per quei lavoratori in cassa integrazione che raggiungono il 62 esimo anno d’età.

Gli esodati che non hanno ricevuto alcuna tutela statale, riusciranno a sostituire coloro che hanno trovato un nuovo lavoro, beneficiando in questo modo della stessa salvaguardia.

Poi è stato previsto un altro emendamento che riduce coloro che beneficiano del taglio al cuneo fiscale relativamente ad un imponibile di 28 mila euro annui, in modo da consentire un aumento in busta paga da liquidare in un’unica soluzione.

Inoltre si propone fra la pioggia di emendamenti presentati, anche un sistema di detrazioni che consenta a chi non paga l’Imu, di essere esonerato anche dal versamento della Tasi, quella parte di Trise destinata a finanziare i servizi indivisibili.

L’esecutivo parallelamente alla Legge di stabilità 2013-2014, dovrà occuparsi anche con una certa urgenza di pensioni e quota 96 del settore scuola per i quali il ministro Carrozza ha garantito la piena volontà di risolvere l’annosa questione all’interno del decreto istruzione.

La proposta più attendibile a riguardo, mira a rivedere sia il blocco dell’indicizzazione degli assegni superiori ai 3 mila euro lordi mensili, ma anche di quelli compresi nella fascia fra 1500 e 2500 sui quali la rivalutazione è bloccata per il 90 % o per quelli fra 2500 e 3000 euro per il 75 %.

Si potrebbe anche addivenire ad una chiusura definitiva della procedura di infrazione intentata dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia parificando gli anni di contributi per uomini e per donne ed in più si proporrà di estendere il limite di reddito minimo per l’esonero dal pagamento delle tasse che ricordiamo attualmente si attesta su 7500 euro per i pensionati e 8000 euro per i dipendenti.