Università, il ministro Carrozza
Nell'incontro con gli studenti presentato il
piano per rilanciare gli atenei. di Salvo Intravaia, la Repubblica scuola 27.11.2013 ROMA - Il ministro Carrozza modificherà l'accesso alle facoltà a numero chiuso, rivedrà il meccanismo del turnover universitario - quello dei cosiddetti punti -organico - e incrementerà gli interventi per il diritto allo studio. Il tutto, senza rinunciare ad incentivare le università più efficienti con più finanziamenti. Il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca Maria Chiara Carrozza è intenzionata a modificare una serie di punti chiave del settore universitario che in questi mesi, e nel recente passato, hanno creato più di qualche malumore tra gli studenti e adesso anche tra professori e ricercatori delle università meridionali. Ma intende farlo ascoltando anche gli studenti. Lo ha annunciato qualche ora fa, durante l'incontro che si è svolto a Roma tra il Cnsu - il Consiglio nazionale degli studenti universitari - e lo stesso ministro. "Siamo soddisfatti dell'incontro - dichiara Andrea Fiorini, presidente del Cnsu - E' necessario un cambiamento rispetto al passato e rispetto ai primi mesi di questo ministero, che pochissimo ha coinvolto gli studenti. L'incontro - continua Fiorini - si è rivelato proficuo nello scambio di idee tra il Consiglio e il Ministero, sia sulle questioni di merito riguardanti l'università e il Diritto allo studio, sia sulle questioni di metodo nel rapporto tra l'organismo studentesco ed il ministero". A partire dalle prossime settimane verranno organizzati diversi tavoli stabili per un confronto tra le parti. "Abbiamo chiesto di partire al più presto proprio sui temi del diritto allo studio e dell'accesso all'università". Proprio quello del numero chiuso è uno degli argomenti che ha sempre suscitato più polemiche. Alle facoltà a numero programmato nazionale - Medicina, Odontoiatria, Veterinaria, Architettura e Professioni sanitarie -, nel corso degli ultimi anni, si sono affiancate quelle a numero programmato locale. Creando un sistema dove oggi oltre metà delle facoltà è a numero chiuso. E in alcuni casi - Farmacia e Biotecnologie, ad esempio - si tocca quota 100 per cento. Altro tabù che il ministro Carrozza ha "promesso" di rivedere è quello dei punti-organico, che assicura il turnover universitario. La prima uscita del meccanismo inventato dall'ex ministro Mariastella Gelmini ha evidenziato tutti i suoi limiti. Il 20 per cento delle assunzioni possibili sui pensionamenti del 2012 è stato distribuito tra gli atenei anche in base ai parametri che descrivono l'efficienza delle singole università. Col risultato che in alcuni casi si potrà assumere una quota di docenti e ricercatori pari al 50 per cento dei pensionamenti, mentre in parecchi atenei meridionali si arriva ad un turnover del 6 o del 10 per cento. Una situazione che impoverirà le università meridionali e che ha spinto gli atenei meridionali a sospendere l'attività didattica domani 28 novembre. Abbiamo chiesto al ministro - dice Ester Peruffo, capogruppo Udu-Run-Liste indipendenti - interventi che garantiscano un sistema integrato di diritto allo studio nel nostro Paese che partano per la prima volta dai bisogni reali degli studenti privi di mezzi". E anche in questo caso, il ministro Carrozza si è impegnata a "superare il decreto Profumo". "Gli interventi sul diritto allo studio possono essere fatti solo garantendo un dialogo concreto con i rappresentanti degli studenti e un apertura vera alle nostre proposte", conclude la Peruffo. Oggi, in Italia, uno studente universitario su tre che versa in condizioni disagiate e che, in base alle normative vigenti, avrebbe diritto alla borsa di studio non riesce ad ottenerla per la carenza di fondi statali e regionali: poco meno di 200 milioni di euro per il 2014. Fondi assolutamente irrisori rispetto a quelli stanziati per le stesse finalità dai paesi europei: 819 milioni in Spagna nel 2011 e 2 miliardi in Francia e Germania. Nel corso dell'incontro, il ministro Carrozza ha parlato senza peli apertamente con gli studenti. Ha confessato loro che "a lei i dottorati senza borsa non piacciono" affatto e che vorrebbe stabilire un tetto alle tasse universitarie che nell'arco degli ultimi dieci anni si sono incrementate maledettamente. Ma non solo. L'inquilino di viale Trastevere ha "confessato" che vorrebbe mettere nuovamente in discussione la ripartizione delle competenze fra stato e regioni sul diritto allo studio sancito dalla modifica al titolo quinto della Costituzione. Ma per fare questo occorre una larga maggioranza e un po' più di tempo. |