Scuola irlandese prova tablet di Roberto Buonanno, Tom's Hardware 23.11.2013 Una scuola irlandese ha provato a usare i tablet HP con Windows 8 per sostituire i libri ma è dovuta tornare sui propri passi. Avevano valutato la novità per ben 18 mesi, per poi arrivare a quella che il dirigente scolastico Martin Gleeson definisce una "decisione non informata". Una scelta che è costata circa 550 euro a ogni famiglia per i tablet ElitePad di HP (HP ElitePad 900, il tablet con Windows 8 che non teme le cadute). Si tratta di un tablet Windows 8 basato su processore Atom, proposto come dispositivo di classe business. La scuola lo aveva scelto, nella variante da 64 GB, perché volevano "un prodotto che fosse effettivamente un computer nel formato tablet per i nostri studenti, così avrebbero avuto un elaboratore di testi, memoria sufficiente, etc.", continua il preside. Sulla carta era un'ottima idea, ma si è rivelata "un disastro totale". L'Indipendent racconta che gli studenti hanno dovuto gestire problemi come tablet che non si accendevano, che entravano in standby in modo imprevedibile, che si bloccavano durante le attività di manutenzione automatica, o ancora non funzionava la scheda madre oppure il Wi-Fi. Il preside Gleeson non incolpa nessuno, HP ha affermato di aver messo il problema tra le priorità; in attesa di una soluzione la scuola ha deciso di tornare indietro e ordinare libri cartacei per tutti gli studenti. Insomma è apprezzabile che HP si sta prendendo tutta la responsabilità per quello che si può definire un fallimento a tutto tondo, ma il danno sarà difficilmente riparabile. Sì perché adesso l'azienda dovrà faticare per trovare altri contratti con le scuole irlandesi, o probabilmente anche di altri paesi. E a farne le spese sarà inevitabilmente anche Microsoft, perché su quei tablet è installato Windows 8. Si potrà ripetere allo sfinimento che era una questione di hardware e non di software, ma sarà comunque impossibile convincere tutti. E a dirla tutta vale la pena di domandarsi se Windows 8 sia davvero pronto a entrare nelle scuole, nei tablet degli studenti. L'impegno non manca (Intel, Microsoft e Giunti: scuola italiana come una startup), ma la situazione non è delle più rosee: mentre Apple si è già costruita una posizione più che solida con gli iPad, con iTunes U (usato anche da almeno una scuola superiore) e con offerte specifiche per il mondo dell'educazione. Certo, non basta un tablet per insegnare, e anche il recente aggiornamento legale mette in rilievo la necessità di cambiamenti culturali e sistemici (Scuola digitale, anche in Italia abbiamo capito come farla). E però per fornitori come Microsoft, HP, Intel, Apple o altri si tratta di business: sbagliare anche solo una fornitura, come nel caso irlandese, può avere conseguenze molto gravi. |