D.L. istruzione, il Pdl si mette di
traverso: di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola 6.11.2013 Il sen. Renato Schifani: il mio gruppo ha grossi problemi di coscienza e politici ad approvare il provvedimento. E' inaccettabile: se dovesse riaccadere ci riterremo liberi di poter votare in serenità senza che ciò possa costituire oltraggio al patto di coalizione. Parole dure, che mettono a repentaglio la conversione in legge del decreto. E i tempi per "ricucire" sono strettissimi. A poche ore dalla votazione finale dell’Aula del Senato del decreto legge scuola n. 104, le crepe della maggioranza parlamentare potrebbero mandare all’aria la conversione in legge del provvedimento. Mentre dal centro-sinistra giungono messaggi di distensione e di ottimismo, dal Partito delle Libertà arrivano parole di tutt’altro tenore. Il senatore Renato Schifani, presidente dell’Aula di Palazzo Madama nell’ultimo Governo Berlusconi, ha testualmente detto che il Pdl "ha grossi problemi politici ad approvare" il dl scuola per la contrazione dei tempi di esame al Senato. "C'è grande malessere sulla impossibilità di emendare il testo", ha continuato Schifani. Per poi aggiungere: "E' inaccettabile essere privati della possibilità di votare e discutere", afferma il capogruppo Pdl Renato Schifani nell'Aula del Senato, dove è iniziata la discussione generale sul decreto scuola. "Le Camere devono avere pari dignità" nel poter esaminare i provvedimenti. E invece il decreto scuola arriva al Senato 'blindato', per essere approvato in tempi stretti. Perciò, spiega Schifani, "il mio gruppo ha grossi problemi di coscienza e politici ad approvare questo provvedimento. E' inaccettabile, non si può più ripetere. Ove dovesse tornare a ripetersi, il mio gruppo si riterrà libero di poter votare in serenità senza che ciò possa costituire oltraggio al patto di coalizione. Nel Pdl - afferma il capogruppo - c'è grande malessere per la impossibilità di emendare questo provvedimento". Al Pdl, in pratica, non è andata già la decisione di rendere immodificabile il testo approvato alla Camera l’ultimo giorno di ottobre. Viene considerata un’ingerenza. Probabilmente perché più di qualche senatore avrebbe voluto apportare modifiche al provvedimento. Ma, d’altra parte, anche un emendamento avrebbe determinato un pericoloso ritorno del decreto alla Camera. Nelle prossime ore si capirà se le minacce di Schifani si tradurranno in un’opera di ostruzione verso il provvedimento. Che, visti i tempi ristrettissimi, si tradurrebbe in un sicuro decadimento del discusso decreto legge 104. |